Molte le criticità legislative e amministrative esaminate dagli esperti intervenuti al convegno giuridico organizzato da Assoarmieri a Hit show: tra i problemi più attuali, quello della tendenza al “braccio di ferro” di questure e prefetture nei confronti degli appassionati
Un nutrito panel di esperti quello sfoggiato dal convegno giuridico Assoarmieri: Emanuele Paniz, direttore del Banco nazionale di prova, ha in particolare esplicitato le criticità e i problemi interpretativi della legge 110/75 in rapporto ai tempi moderni; Biagio Mazzeo, procuratore capo del tribunale di Lanusei, ha evidenziato le problematiche legate alla classificazione delle armi tra i dettami della direttiva europea e i recepimenti parziali nell’ordinamento giuridico italiano; Ranieri De Maria, consulente giuridico Anpam, ha approfondito il tema del tiro sportivo, della caccia, del collezionismo di armi alla luce delle norme costituzionali; Davide Sibilio, dottorando di ricerca in diritto penale all’Università degli Studi di Milano, ha realizzato un excursus sui recenti orientamenti della giurisprudenza amministrativa per quanto riguarda l’articolo 43 del Tulps sui motivi ostativi al rilascio del porto d’armi; l’avvocato Antonio Sala Della Cuna ha esplicato i profili giuridici dei ricorsi al Tar, in particolare contro i provvedimenti di revoca del porto d’armi. Infine Ruggero Pettinelli, giornalista di Armi e Tiro, ha portato all’attenzione della platea l’inquietante orientamento palesato negli ultimi anni da alcune questure e prefetture, relativamente alle interpretazioni “rigoristiche” delle norme vigenti in materia di armi e dei conseguenti artifizi posti in essere per porre il cittadino di fronte al fatto compiuto, rendendo di fatto vane le tutele legali a esso consentite dalla legge. Ecco il video di quest’ultimo intervento.