In calo le pistole, bene l’avancarica

Il Banco di prova ha diffuso i dati relativi alle armi bancate nel 2019: in calo la produzione di pistole semiautomatiche ma anche di fucili da caccia, unici segni positivi dall’avancarica

Secondo i dati del Banco di prova, il 2019 è stato un anno interlocutorio rispetto al 2018 per quanto riguarda la produzione armiera italiana: il dato complessivo porta un segno meno e, più precisamente, del 6,72 per cento (703.986 armi contro le 754.739 dell’anno precedente). La voce in maggior sofferenza è quella delle pistole semiautomatiche, che segna un -28,22 per cento (128.904 contro 179.588), anche i revolver sono in flessione con il -7,87 per cento rispetto al 2018. Flessione anche per la produzione armiera più tradizionale, con un -6,87 per cento per doppiette e sovrapposti sottoposti a prova tradizionale e un -1,81 per cento per le stesse armi sottoposte alla prova superiore per pallini in acciaio (steel shot). I semiauto e i pompa segnano un -0,70 per cento, ma le stesse armi sottoposte alla prova steel shot sono invece aumentate del 14,78 per cento. Un calo sensibile (-18,38 per cento) anche per i monocanna ad anima liscia. Le armi ad avancarica sembrano invece aver avuto un 2019 piuttosto buono: +15,88 per cento per i revolver, +17,42 per cento per fucili e pistole. Le carabine segnano un -1,10 per cento, che diventa un -7,81 per express e combinati. I Flobert sono in calo del 16,35 per cento. La variazione più sostanziale in positivo è quella per le componenti sciolte (carcasse, tamburi, bascule), prevedibilmente destinate all’esportazione verso altri produttori, che segna un +37,83 per cento.

I dati relativi alle armi sottoposte a prova dal Banco nazionale si riferiscono, ovviamente, sia alle armi prodotte in Italia e destinate al mercato nazionale oppure all’esportazione (anzi, più che altro all’esportazione visto che il comparto esporta oltre l’80 per cento della produzione), sia alle armi importate dall’estero, per la commercializzazione sul mercato nazionale. In questo senso, se da un lato la flessione sul totale delle pistole semiautomatiche prodotte o importate può essere influenzata in modo anche non trascurabile dall’andamento delle commesse (per esempio) per le forze di polizia, il dato relativo ai revolver e ai fucili a pompa tradizionali (non steel shot), che in massima parte sono prodotti all’estero e importati, suggerisce che la tanto decantata, millantata e paventata “corsa alle armi” da parte dei cittadini italiani in seguito all’approvazione della riforma della normativa sulla legittima difesa, non si è in alcun modo verificata.