Il ritorno della tempesta

La Beretta Cx4 Storm è una carabina in calibro 9x21 con un design d’autore. Per il 2019, è tornata sul mercato in un’inedita versione sportiva dotata di alcuni aggiornamenti.

A più di un decennio dal debutto, la Beretta Cx4 Storm in calibro 9×21 ritorna nelle armerie in una nuova veste che può essere definita una sorta di “gen 2”. Il design inconfondibile non è cambiato, sono però state aggiunte gradite sorprese

Prima che la mania delle carabine in calibro per pistola contagiasse il mondo armiero, con l’arrivo sul mercato di una miriade di Ar in 9 mm, Beretta aveva intuito le potenzialità di questo tipo di piattaforma con la Cx4 Storm, una carabina in calibro 9×21, 9×19, .40 S&W e .45 acp prodotta nei primi anni 2000. D’altronde si sa: noi italiani siamo famosi in tutto il mondo perché lanciamo le mode, non perché le seguiamo. Grazie al suo aspetto avveniristico, curato dal famoso designer Giorgetto Giugiaro, e alle sue performance sui campi di tiro, la Beretta Cx4 Storm fece girare la testa a moltissimi appassionati, sia italiani sia stranieri. Purtroppo, i tiratori nostrani, per colpa delle paranoie della Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi al tempo del Catalogo nazionale, dovettero accontentarsi di una versione “menomata” della carabina gardonese: la compatibilità con i caricatori della serie 90, Px4 Storm e Beretta 8000 fu infatti abbandonata in favore di caricatori specifici da 10 colpi, caratterizzati dal telaio metallico “affogato” in un guscio polimerico. La bontà del progetto ha consentito anche di ottenere alcuni successi nel settore del military and law enforcement: l’Mx4 in calibro 9×19, versione militare della Cx4 Storm dotata di fuoco automatico e canna di 312 mm, è stata adottata dalla Border security force (Bsf) indiana nel 2011 e dalla marina militare italiana nel 2014, con un secondo ordine avvenuto nel 2017. Per quest’ultima, la Cx4 sostituirà nei compiti operativi i Mab tipo 4 e 5 in distribuzione dagli ormai lontani anni Cinquanta del XX secolo. A 16 anni dal suo ormai lontano debutto, la Beretta Cx4 Storm in calibro 9×21 fa il suo ritorno nelle armerie italiane, dopo un’assenza di qualche anno, in una nuova veste che conserva tutte le caratteristiche che l’hanno resa celebre, con in più qualche gradita novità che sicuramente farà felici gli appassionati. Al giorno d’oggi, l’interesse per le carabine in calibro da pistola è molto alto e la concorrenza per sedere sul trono di questo settore è agguerrita come non mai. Lo scopo della nostra prova è proprio quello di capire se, a distanza di tanti anni, il gioiello del made in Italy di casa Beretta abbia ancora le carte in regola per imporsi sul mercato.

Trattandosi di un’arma non propriamente nuova, è doveroso partire analizzando gli elementi che distinguono la Cx4 Storm “gen 2” dal modello originale. Per la gioia dei possessori di una Beretta 98 Fs, grazie alla classificazione sportiva e al superamento delle paranoie del Catalogo nazionale, la nuova Cx4 Storm reintegra la piena compatibilità con i caricatori della serie 92. Ritorna anche la possibilità di impiegare i caricatori della Px4 Storm: per passare da un tipo di caricatore all’altro basta sostituire il pulsante di sgancio caricatore e l’adattatore polimerico agganciato da una clip situata all’interno del bocchettone di alimentazione. In futuro, potremmo magari vedere anche adattatori per estendere la compatibilità ai caricatori della Beretta Apx, nuova punta di diamante dell’azienda di Gardone Val Trompia.

Altra novità riguarda la canna, che ora presenta una volata filettata protetta da un coprifiletto amovibile in acciaio. La filettatura consente di personalizzare la Cx4 Storm aggiungendo, per esempio, accessori come uno spegnifiamma o un freno di bocca. In occasione della presentazione della Apx Combat, variante della striker fired Beretta con canna filettata e predisposizione per il montaggio di micro red dot, Beretta stessa ha lanciato sul mercato alcuni muzzle device che ben si adatterebbero alla nuova Cx4 Storm, come il freno di bocca Typhoon o lo spegnifiamma Swing.

Il trittico delle novità viene completato dal nuovo profilo della zona che circonda la sicura, che ora è protetta da una costolatura in rilievo che impedisce l’attivazione accidentale della sicura in caso di urti o cadute. Questo cambiamento, inoltre, indica che per la nuova versione della sua carabina in calibro da pistola Beretta ha optato per cambiare lo stampo da cui si ottiene il lower receiver.

A parte le novità elencate precedentemente, la Cx4 Storm “gen 2” ripropone tutte le caratteristiche che hanno fatto innamorare tanti tiratori. L’aspetto che salta subito all’occhio è l’estetica dell’arma, caratterizzata da linee morbide e affusolate. Il design firmato dal genio di Giugiaro è talmente futuristico e fuori dagli schemi che la Cx4 Storm è stata utilizzata nella serie di fantascienza Battlestar Galactica. Oltre a essere bello da vedere, il design è anche estremamente funzionale: il profilo della carabina è completamente snag free, cioè privo di angoli e spigoli vivi che possono impigliarsi nell’equipaggiamento causando problemi durante l’utilizzo operativo. Solamente la calciatura thumbhole è un po’ fuori posto su una carabina così “tatticheggiante”.

Per mantenere basso il peso, che si ferma a 2.570 grammi ad arma scarica, Beretta ha scelto di costruire sia l’upper sia il lower receiver utilizzando tecnopolimeri ad alta resistenza in grado di sopportare urti, calore, sbalzi termici e usura.

La lunghezza complessiva dell’arma può essere modificata per venire incontro alle esigenze dell’utente aggiungendo oppure rimuovendo appositi spaziatori che si posizionano tra il calciolo in gomma e il calcio: basta svitare una vite di ritegno posizionata sotto il calciolo. Mentre si compie questa operazione è anche possibile sganciare l’appoggiaguancia in gomma. A seconda del numero di spaziatori che si applicano, la lunghezza complessiva va da 755 mm a 810 mm. Ai lati del calcio sono fissate due asole per il passaggio di una cinghia; purtroppo, non sono presenti punti di attacco per cinghie Qd.

Il pulsante di sgancio caricatore reversibile si trova sull’impugnatura e, appena sopra, incontriamo la leva che permette di bloccare o sganciare l’otturatore, presente però solamente sul lato sinistro. Beretta ha voluto che i controlli fossero simili a quelli di una pistola, in modo da rendere facile e istintiva la transizione da una piattaforma all’altra. La sicura manuale reversibile è un semplice traversino scorrevole sopra il grilletto; alla sicura manuale si aggiungono una sicura automatica al percussore e un’altra sicura automatica che, in caso di cadute dell’arma dalla parte del calcio, impedisce l’arretramento inerziale dell’otturatore eliminando la possibilità di camerare un colpo. Inoltre, l’espulsore è dotato di un indicatore tattile di colpo in canna. L’impugnatura funge anche da bocchettone di alimentazione e ospita gli adattatori che permettono di cambiare il tipo di caricatore; due tagli ai lati dell’impugnatura permettono di afferrare ed estrarre il caricatore nel caso in cui esso non cada liberamente dal bocchettone. Il fatto che l’impugnatura coincida con il bocchettone di alimentazione aiuta le operazioni di ricarica in completa oscurità, poiché la mano che impugna l’arma fornisce un punto di riferimento per trovare il bocchettone. Il pacchetto di scatto, ispirato vagamente a quello della Beretta 98 Fs, è montato su un supporto metallico inserito all’interno del lower receiver; persino il cane è realizzato in tecnopolimero rinforzato.

L’upper receiver è lo stesso delle ultime Cx4 Storm originali prodotte: infatti, è dotato di serie di slitta monolitica per il montaggio di accessori come punti rossi, e l’astina ha una texture antiscivolo. Le prime Cx4 Storm uscite dalla fabbrica erano prive di rail, che poteva comunque essere installato in un secondo tempo, e avevano un’astina liscia. Gli organi di mira di back-up sono una diottra a “L” con due aperture tarate per il tiro a 50 e 100 metri di distanza e un mirino a palo. Le due aperture della diottra sono contrassegnate dalla sigla Sr (Short range) e Lr (Long range), mentre il mirino a palo è regolabile sia in altezza sia in derivazione utilizzando un’apposita chiave inclusa con l’arma. Entrambi gli organi di mira possono essere abbattuti per non interferire con sistemi di puntamento montati sulla slitta. Il mirino, la diottra e le alette laterali che li proteggono sono integrali alla struttura dell’upper: non è quindi possibile rimuoverli.

La finestra di espulsione è presente su entrambi i lati dell’upper: il lato di espulsione dei bossoli, infatti, può essere scelto durante lo smontaggio ordinario. Anche lo slot in cui scorre la manetta d’armamento reciprocante è riportato sul lato destro, perché anche la manetta è reversibile a piacere dell’utilizzatore.

La parte frontale dell’upper receiver è predisposta per il montaggio di segmenti di slitta Picatinny opzionali, che possono essere montati agganciandoli alle due coppie di fori laterali. Se si vuole esagerare con gli accessori, si può installare un supporto opzionale a “U” in polimero che mette a disposizione anche una Picatinny a ore 6, ideale per fissare un’impugnatura verticale. Le slitte ancora non vi bastano? Nessun problema: un ultimo rail Picatinny a scomparsa, pensato per il montaggio di torce tattiche o laser, è posizionato all’interno di una sede proprio sotto la canna e può fuoriuscire spingendo l’attacco anteriore della maglietta porta cinghia.

La canna, con rigatura a sei principi destrorsi con passo di 250 mm, della Cx4 Storm misura 422,5 mm (16,6 pollici) ed è ottenuta tramite processo di rotomartellatura a freddo. L’interno è cromato per garantire la massima resistenza contro la corrosione e gli agenti atmosferici.

Per alcuni anni, sono stato un felice possessore di una Cx4 Storm “originale” in calibro 9×21 e prendendo in mano la nuova versione “2.0” mi sono immediatamente sentito a mio agio. La carabina Beretta è proprio come me la ricordavo: leggera, solida e pratica. Prima di scaldare troppo la canna con qualche sequenza di tiro rapido, ho deciso di dedicarmi alle prove di precisione appoggiando la Cx4 Storm su un rest Caldwell Matrix in plastica, un pratico alleato che permette di avere un appoggio anteriore e posteriore per la carabina. Durante la prova ho usato principalmente cartucce commerciali Fiocchi 123 grani Fmjtc, alternandole con le classiche Fiocchi 123 grani Fmj. Nonostante le scarse condizioni di luce del balipedio interno della Beretta e il solo utilizzo degli organi di mira di back-up, la Cx4 Storm ha fustellato rosate più che soddisfacenti sui bersagli posti a 25 metri di distanza, confermando ciò che mi ricordavo riguardo le doti di precisione della carabina Beretta, specialmente considerando le condizioni non proprio ideali in cui si è svolta la prova. Un’altra conferma, che avrei preferito non avere, riguarda lo scatto, anch’esso invariato rispetto all’originale e quindi piuttosto pesante e “plasticoso”.

Sbrigate le formalità riguardanti le prove di precisione, ho imbracciato la Cx4 Storm ed è stato di nuovo amore: la carabinetta si punta in maniera naturale e istintiva e, dopo qualche minuto, diventa un’estensione del corpo del tiratore. Anche i controlli si trovano in una posizione decisamente ergonomica: il pulsante di sgancio caricatore e l’hold open sono tranquillamente raggiungibili con il pollice senza dover cambiare l’impugnatura sull’arma. Nonostante la leggerezza, che permette di mantenere l’arma in punteria senza il benché minimo sforzo, il rinculo è minimo e anche nel tiro rapido l’arma è assolutamente gestibile e facile da mantenere sul bersaglio. Durante la prova in posizione eretta stavo per realizzare la rosata della mia vita a 12 metri di distanza, con tre colpi che erano già andati nel medesimo foro, quando due pallottole senza cuore hanno deciso di guastarmi la giornata.

Malgrado la delusione per la mancata “rosata del secolo”, quando si spara con la Cx4 Storm non si riesce a non abbozzare un sorriso: è talmente divertente che non si vorrebbero mai finire le munizioni. In effetti, mi sono divertito così tanto che alla fine della prova l’astina era talmente calda da risultare difficile da tenere in mano. La Cx4 Storm è fatta prettamente in polimero, tuttavia ha mostrato un’affidabilità d’acciaio sparando ogni singolo colpo con piacevole monotonia.

La prova completa su Armi e Tiro di aprile 2019

Produttore: Fabbrica d’armi Pietro Beretta, via Beretta 18, 25063 Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030. 83. 411, beretta.com

Modello: Cx4 Storm

Tipo: carabina semiautomatica

Calibro: 9×21

Alimentazione: caricatori bifilari a presentazione singola della cartuccia, intercambiabili con quelli delle pistole Beretta serie 92

Numero colpi: da 15 a 29

Funzionamento: chiusura a massa con otturatore telescopico

Mire: mirino a palo regolabile in altezza e derivazione e diottra a “L” per il tiro a 50 e 100 metri

Scatto: Singola azione

Sicura: manuale a traversino al grilletto, blocco automatico dell’otturatore in caso di urti, sicura automatica al percussore

Canna: lunga 422,5 mm, rotomartellata a freddo e cromata internamente

Lunghezza totale: da 755 mm a 810 mm a seconda del numero di spaziatori

Lunghezza linea di mira: 327 mm

Spessore: 63 mm

Altezza: 190 mm

Materiali: tecnopolimero rinforzato e acciaio

Finiture: brunitura nera opaca

Peso: 2.570 grammi scarica

Qualifica: arma sportiva

Prezzo: 1.199 euro, Iva inclusa