È stato necessario, alla fine, sparare alle gambe per fermare il 32enne nigeriano che a Padova ha minacciato con un’accetta due poliziotti. L’autore del gesto, in evidente stato di agitazione psichica, aveva a quanto si è appreso un permesso di soggiorno proprio per ragioni di salute, in quanto gli sarebbe stato riconosciuto un disturbo mentale.
“Ennesima grave aggressione che grazie alla professionalità e all’equilibrio dei colleghi intervenuti non si è trasformata in tragedia, ma che dimostra come sia urgente dotare gli operatori della sicurezza di tutti quegli strumenti che consentano di arrestare e immobilizzare violenti e delinquenti senza far uso dell’arma da fuoco e, possibilmente, evitando ogni contatto fisico diretto”, ha commentato Felice Romano, Segretario generale del Siulp, il sindacato maggioritario del comparto sicurezza, Difesa e soccorso pubblico: “Non parlo solo della tutela giuridica, che permetterà di avere pene, auspichiamo, certe e immediate, oltre che aumentate, insieme a una tutela legale che metta tutti i poliziotti in una condizione di serenità nell’operare anche di fronte alle situazioni più estreme. Ma anche di ricorrere quanto più possibile a tutti gli strumenti atti a immobilizzare questi soggetti, ricorrendo per esempio a un ampliamento sostanziale dell’uso del Taser o dispositivi similari, e alla dotazione delle bodycam che cristallizzano e certificano il corretto operato delle nostre donne e dei nostri uomini nei confronti di chi, forti di una impunità oramai totale, non esitano ad aggredirci anche con armi in pugno. Strumenti che possano comunque essere da deterrente, ed evitare quanto più possibile il ricorso alle tradizionali armi da fuoco quando la violenza non si arresta. Per questo facciamo appello al nostro Ministro affinché si adoperi per dotare tutti i poliziotti di questi strumenti oramai necessari e ineludibili”.
Valter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp polizia di Stato, ha dichiarato: “L’ennesimo evento che rivela la crescente e spregiudicata brutalità contro il personale in divisa, che ha messo in luce anzitutto la professionalità degli operanti che hanno tentato ogni strada per assolvere al proprio dovere con straordinario sangue freddo e umanità. A loro va il nostro plauso, ma c’è altro che emerge. Anzitutto che tali episodi sono così frequenti da richiedere un controllo del territorio sempre più pressante. Inoltre, quanto inaccettabile sia trovarsi di fronte per l’ennesima volta un soggetto irregolare oltretutto già noto per reati gravi come resistenza, violenza e minaccia. Ancora, quanto incontenibile sia un aggressore violento al punto che né spray né Taser sono stati sufficienti. Le considerazioni sarebbero tante, ma è a tutto questo che si deve pensare ogni volta che si discute di limitare i turn over, di mandare in strada poliziotti ultrasessantenni, di non ripianare gli organici, di limitare strumenti operativi e legislativi per agenti che non sanno cosa fare prima e hanno le mani sempre più ‘legate’, ogni volta che si criminalizzano le forze di polizia, ogni volta che si ammette violenza e menefreghismo verso le leggi. A tutto questo deve pensare chi prende decisioni per il Comparto. La sicurezza dei cittadini e di chi li difende non ammette esitazioni”.