Un Grand jury del New Mexico sta riesaminando le prove e le testimonianze sulla morte accidentale della direttrice della fotografia Halyna Hutchins sul set del film western Rust, nei confronti del noto attore Alec Baldwin che, oltre a essere il produttore e il protagonista del film, è anche la persona dalla quale è materialmente partito il colpo fatale.
Infatti, dopo che erano state fatte cadere le accuse più gravi lo scorso aprile, la questione è stata ripresa in mano dal Grand jury e potrebbe sfociare in una nuova incriminazione. Il processo del Grand jury è segreto, senza accesso al pubblico, nel quale i procuratori presentano le prove e i testimoni vengono ascoltati senza controinterrogatorio da parte degli avvocati difensori. Il motivo per il quale la questione è stata ripresa è che quando furono fatte cadere le accuse ad aprile, il motivo fondante del proscioglimento era rappresentato dal fatto che l’attore aveva testimoniato di aver armato il cane ma non di aver premuto il grilletto e che, quindi, lo sparo sarebbe avvenuto indipendentemente dalla sua volontà, per un malfunzionamento del revolver. Un riesame dell’arma condotto da esperti forensi dell’Arizona e del New Mexico ha, tuttavia, rimesso in discussione il tutto, dopo i precedenti test condotti dall’Fbi, facendo giungere alla conclusione che, per ottenere lo sparo, il grilletto sia stato volontariamente premuto. Secondo l’accusa, la responsabilità di Baldwin consisterebbe nel fatto che, anche se l’arma fosse stata caricata a salve, non avrebbe dovuto comunque puntarla contro un essere umano, per precauzione. Gli avvocati di Baldwin hanno replicato parlando di una persecuzione fuorviante nei confronti dell’attore e che difenderanno il loro assistito dalle eventuali accuse in tribunale, che dovessero scaturire da questo Grand jury.
Nel frattempo, a febbraio 2024 inizierà il processo contro Hannah Gutierrez-Reed, maestro d’armi del film Rust, che dovrà rispondere di omicidio colposo e manomissione delle prove. La giovane si è dichiarata non colpevole.