Rivendicano il diritto a essere armati e si battono perché le armi semiautomatiche non vengano dichiarate fuorilegge. I portatori di handicap negli Stati Uniti si stanno organizzando per difendere i gun rights, il diritto di possedere e girare con un’arma addosso garantito dal secondo emendamento della Costituzione. Nel solo 2013 il gruppo Disabled Americans for firearms rights ha visto quadruplicare i propri iscritti fino ad arrivare a quota 19mila. Il rapporto tra disabilità e gun rights è stato oggetto di un’aspra polemica a settembre, quando uno sceriffo dell’Iowa si fece filmare mentre insegnava a sparare alla figlia non vedente. Anche la National rifle association ha da tempo messo a punto programmi dedicati.
«Vogliono vietare le armi automatiche», spiega Scott Ennis, emofiliaco, presidente del Disabled Americans for firearms rights, «quando sono le uniche che una persona con la mia patologia può utilizzare». In gioco c’è la sicurezza personale: le statistiche federali dicono che le persone con handicap hanno maggiori probabilità di finire vittime di reati. Le donne sono prese di mira 3 volte più degli uomini, che hanno il doppio delle possibilità di subire violenza rispetto a un normodotato. Ancora: secondo l’Fbi, i crimini d’odio verso la categoria sono aumentati nel 2013 del 67%, con 102 casi segnalati.