] A quanto pare tutto il mondo è paese e nella vicina Svizzera si sono lasciati influenzare dalla caccia alle streghe inaugurata in Italia all’indomani della strage compiuta da Andrea Calderini. Anche in questo caso, infatti, si parte da un caso di cronaca: il tragico assassinio dell’ex campionessa di sci Corinne Rey-Bellet e del fratello Alain, per mano del marito di lei, Gerold Stadler. Prontamente, lo psichiatra elvetico Pierre Vallon ha espresso l’opinione che sia opportuno rivedere la legislazione svizzera in materia di armi, in particolare per quanto riguarda la disponibilità nel proprio domicilio dell’arma d’ordinanza da parte dei cittadini-soldati. La proposta è sostenuta dalle associazioni professionali della categoria degli psichiatri. «L’enorme maggioranza dei cittadini-soldati», ha dichiarato Vallon, «si dimostrano responsabili, così come i tiratori sportivi. Tuttavia, la Svizzera non è più il Paese risparmiato dalla violenza, dove gli stranieri si meravigliano di vedere i fucili sul marciapiede della stazione. La presenza di un’arma a casa aumenta e facilita il rischio che si verifichi un suicidio o un omicidio e, se i padri-soldato possono non rappresentare alcun rischio, succede che i figli di questi si tolgano la vita con l’arma del genitore». Affascinante teoria quella di Vallon, peccato che esista uno studio accurato relativo alla zona di Basilea che dimostra come, nel decennio tra il 1989 e il 1998, la percentuale di omicidi e suicidi con armi d’ordinanza sia pari al 12%. Qualcuno soffia sul fuoco?
A quanto pare tutto il mondo è paese e nella vicina Svizzera si sono lasciati influenzare dalla caccia alle streghe inaugurata in Italia all’indomani della strage compiuta da Andrea Calderini. Anche in questo caso, infatti, si parte da un caso di cronaca: il tragico assassinio dell’ex campionessa di sci Corinne Rey-Bellet e del fratello Alain, per mano del marito di lei, Gerold Stadler. Prontamente, lo psichiatra elvetico Pierre Vallon ha espresso l’opinione c…
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