Quando l'attualità chiama, Armi e Tiro è sempre sulla notizia: per questo, sul numero di marzo potrete trovare la situazione aggiornata sul decreto semplificazioni del governo Monti (nella parte che più ci riguarda…) e sul tentativo di colpo di mano del ministero per il dopo-catalogo. Intervista esclusiva al presidente dell'Uits, Ernfried Obrist, che risponde all'interrogazione parlamentare del senatore Elio Lannutti sulla gestione dell'Unione italiana Tiro a segno. Il giudice Edoardo Mori, invece, ha esaminato alcune delle sentenze più paradossali partorite dalla corte di Cassazione nel 2011: quando la giustizia diventa ingiustizia! Non può mancare l'ampio reportage sulla fiera Hunting show di Vicenza, sempre più grande e interessante, e sull'evento che Exa ha organizzato al Tav Concaverde di Lonato (Bs) per conoscere in anteprima i più interessanti fucili made in Italy del 2012.
Le prove si aprono con la poderosa comparativa tra 12 cloni Government per la Classic division Ipsc: dalle più economiche, come la Tanfoglio Witness, alla prestigiosa Wilson, tutto ciò che il mercato offre per questa disciplina "sperimentale". Sempre in tema di semiautomatiche, anche la subcompact Glock 26 si è convertita alla generazione 4: cosa è cambiato, cosa è migliorato. Per la canna rigata, facciamo la conoscenza con la straordinaria carabina da caccia Strasser Rs 05 calibro .308 Winchester, modularità e tecnologia al massimo grado. Tecnologia militare per il fucile d'assalto Beretta Arx 160, disponibile in kit per il 7,62×39. Per la canna liscia, l'originale sovrapposto Falco NumeroUno in calibro 28 e .410 per il Tiro a volo e il Percorso di caccia, il semiauto Benelli Vinci dedicato alla disciplina del 3-gun match e la prestigiosa doppietta classica a cani esterni Giulio Bernardelli calibro 28. Per chi ama l'aria compressa, abbiamo provato la Pcp Weihrauch Hw 100 calibro 4,5 mm. La rubrica Ex ordinanza, invece, si occupa di una delle più rare e ricercate varianti della mitica "manico di scopa" Mauser C96: il contratto persiano.
Questo e molto di più su Armi e Tiro di marzo, correte in edicola!
I fatti e le parole
Concessa un po' di autocelebrazione? Lo fanno tutti, almeno io non ho bisogno di esibirmi in acrobazie storico-lessicali. Cinque anni fa ho avuto la fortuna di festeggiare i 20 anni di questa rivista. Questo mese ricorre il quarto di secolo. Armi e Tiro è nata nel marzo del 1988. Non c'ero, all'epoca, anche se già scrivevo d'armi (e d'altro). Ad Armi e Tiro sono arrivato nel 1994. E ho trovato, anzi ho contribuito (modestamente) a costruire, una mirabile armonia tra un gruppo di professionisti dell'informazione appassionati di armi e un buon numero di appassionati ed esperti di armi. Un team fantastico che si è sempre aggiornato, ma è rimasto solido e compatto. I “ricambi” che si sono aggiunti al team hanno sempre saputo cogliere gli elementi fondanti del gruppo.
Quello che ha saputo diventare Armi e Tiro in questi 25 anni è il punto di riferimento imprescindibile: basta fare il raffronto con le riviste dell'epoca. Certo, i nostalgici pensano diversamente. Ma io ho raccolte degli anni Settanta che consulto sempre per paragone.
Armi e Tiro è la rivista più importante sotto tutti gli aspetti nel nostro mercato. E non solo, perché conosco personalmente tutti i colleghi giornalisti delle riviste specializzate d'Europa e so bene in che considerazione la rivista è tenuta. Sono orgoglioso. E così dell’editoriale Edisport, che è nata negli anni Sessanta, ma edita una testata, fra le altre, che sta per compiere 100 anni. Si chiama Motociclismo.
Viva la carta, i cui costi però aumentano vertiginosamente, ma viva anche il digitale. Nel primo mese della rivista digitale, dal 1° gennaio 2012, sono state scaricate oltre 10 mila applicazioni della rivista. Il sito, altro punto di riferimento del settore, in gennaio ha stabilito il record assoluto di utenti unici, di utenti registrati e di visite, con media giornaliera oltre le 50 mila. E febbraio non è da meno. Insomma, siamo in piena evoluzione, ma ancora all’inizio: ci spingeremo ancora oltre per completare l’informazione. E, modestamente, per rendere più vivace e vitale il settore. Governo Monti permettendo.
Sì, perché le tanto auspicate semplificazioni hanno toccato il settore tangenzialmente, ma hanno anche rischiato di danneggiarlo. Le tanto auspicate liberalizzazioni hanno come contraltare una pressione fiscale che strangola tutti noi. E vuole imporci scelte di vita che vanno ben oltre il semplice risparmio o la sobrietà. Che sarebbero legittimi. Prima il fumo poi l’alcol e poi il cosiddetto “cibo spazzatura” e chissà che qualcuno, un giorno, non pensi anche alla carne di selvaggina. La questione si gioca sempre sulla moderazione: ma perché punire e reprimere sempre? Io mi sarei aspettato una dieta rigorosa per lo Stato, non pensavo che sarebbe toccato a noi cittadini di “dimagrire”… Voi no?