Dopo il lavoro di anni compiuto con la direttiva europea del 2017 in materia di armi, e in particolare dopo la demonizzazione delle armi “di aspetto militare” legalmente detenute operata proprio con quella direttiva, lascia abbastanza allibiti constatare come sia facile, per un individuo radicalizzato islamico colpire apparentemente indisturbato il cuore dell’Europa, utilizzando peraltro armi da guerra, evidentemente di origine clandestina.
Ieri sera infatti Abdesalem L., tunisino residente illegalmente a Bruxelles e, secondo alcune fonti “noto all’intelligence federale” per la sua radicalizzazione islamica, ha pubblicato un video nel quale si proclamava soldato dell’Isis e ha, quindi, aperto il fuoco con un kalashnikov a raffica, uccidendo due tifosi svedesi che erano in città per la partita di calcio tra Belgio e Svezia. Secondo alcune fonti non ci sarebbe un collegamento diretto con l’attuale situazione tra Israele e Hamas, il gesto sarebbe più da ricondursi a una “vendetta” nei confronti della Svezia per le copie del Corano date alle fiamme nel Paese scandinavo la scorsa estate. Di certo c’è che l’attentatore è ancora in fuga e in tutto il Paese vige il massimo allarme. La partita di calcio è stata sospesa, per volontà dei giocatori, gli spettatori sono stati bloccati nello stadio e poi fatti uscire scaglionatamente.
Ancor più agghiacciante è un video che è stato pubblicato in queste ore, girato da un inquilino di un palazzo della città belga, nel quale si vede l’attentatore che, con la massima flemma, monta il proprio Kalashnikov in mezzo alla strada per poi “testarlo” a fuoco contro una smart di passaggio, per fortuna apparentemente senza colpire il guidatore.
Dell’attentatore, ancora in fuga nel momento in cui scriviamo, si sa che avrebbe chiesto asilo in Europa nel 2019, e che nel suo Paese d’origine, la Tunisia, sarebbe stato a suo tempo fermato come sospetto terrorista.
Del Kalashnikov si sa ancor meno, a parte il fatto che in Belgio non è possibile procurarsi legalmente un’arma a raffica, men che meno è possibile procurarsi legalmente un qualsiasi tipo di arma per un soggetto che si trovi nel Paese illegalmente. Vuoi vedere che, ancora una volta, si dimostra purtroppo nel modo più drammatico che il pericolo per la sicurezza europea non è rappresentato dai legali detentori di armi, bensì va ricercato altrove? Per esempio nelle politiche di accoglienza e nella sorveglianza (meglio, mancata sorveglianza) dei confini esterni dell’Unione, che oltre a essere permeabili apparentemente per qualsiasi tipo di personaggi, lo sono anche nei confronti delle armi clandestine? Ai posteri l’ardua sentenza, si può solo osservare che in poche ore si sono verificati due attentati mortali in due differenti Paesi europei, la Francia e il Belgio. Il terzo quale sarà?