Il sottosegretario Molteni ha incontrato FederSicurezza e le Associazioni della vigilanza privata, che hanno rappresentato i problemi della categoria e chiesto la riforma del “sistema”. Vedrà anche i sindacati
Il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni ha ricevuto il 23 gennaio scorso le Associazioni di categoria del settore della vigilanza privata. Un incontro fortemente voluto da FederSicurezza, sollecitato anche con il recente invio di due note al Viminale, a seguito delle vicende degli assalti ai portavalori e al riscontro mediatico avuto dagli stessi.
In occasione dell’incontro, FederSicurezza ha esposto nel dettaglio la situazione di sofferenza degli operatori della sicurezza privata e le difficoltà oggettive in cui gli stessi sono costretti a sopravvivere. In un contesto legislativo e regolamentare in costante proliferazione, per quanto l’adeguamento normativo possa essere indispensabile, non è più sostenibile un continuo aumento dei costi a carico delle imprese a cui non faccia da contraltare un recepimento, da parte del mercato, del maggior valore del servizio reso. In proposito, FederSicurezza ha ampiamente evidenziato come sia per prima la committenza, anche e soprattutto quella pubblica, a non tenere in alcun conto i valori tabellari del costo del lavoro sanciti dai decreti ministeriali periodicamente emanato dal Ministero del Lavoro.
In considerazione poi della moltiplicazione delle prestazioni richieste agli operatori, in via complementare, sussidiaria o anche sostituiva di quelle peculiari delle forze dell’ordine di emanazione statuale, FederSicurezza ha chiesto al Sottosegretario di valutare l’opportunità di coinvolgere anche il Ministero del Lavoro, allo scopo di individuare ogni più idonea soluzione alle problematiche che di fatto impediscono un confronto costruttivo per l’auspicato, e fin qui non perfezionato, rinnovo del Ccnl di comparto.
Il sottosegretario Molteni, riconoscendo la valenza della Associazioni di rappresentanza quali interlocutrici indispensabili del governo per una migliore e sinergica comprensione delle problematiche reali dei comparti produttivi, ha chiesto pertanto un quadro sinottico riepilogativo delle varie situazioni, ordinarie ed emergenti, allo scopo di avviare un confronto metodico con la articolazioni funzionali del ministero. Confronto che potrà ampliarsi anche alla possibilità di rivedere la linea di demarcazione tra difesa della persona fisica e dei beni, oltre che a un possibile ampliamento dei servizi di sicurezza fuori dal territorio nazionale, avendo FederSicurezza rappresentato la forte aliquota di mercato che tale tipo di interventi rappresenta, monopolio assoluto di imprese inglesi chiamate a difendere anche i compound militari nazionali all’estero…
Anche in ragione di questa anomalie FederSicurezza ha chiesto, ottenendo rassicurazioni in merito, di valutare velocemente e positivamente l’opportunità di coinvolgere allo stesso tavolo, nell’ormai non più procrastinabile riforma strutturale del comparto, il ministero dell’Interno, del Lavoro, della Difesa e dello Sviluppo economico. Una riforma intelligente e il conseguente aumento del mercato di riferimento rappresentano, per FederSicurezza, l’unica alternativa valida alla situazione odierna, e l’unica possibilità di ottenere un riconoscimento adeguato del valore dei servizi resi e una retribuzione equilibrata delle risorse umane, per le quali è imprescindibile il conseguimento della giusta remunerazione dei capitali d’impresa investiti.
Al termine della riunione, il sottosegretario ha anticipato che entro la fine di febbraio prenderanno il via i lavori della ricostituita Commissione consultiva centrale per le attività di sicurezza sussidiaria, alla cui attenzione sarà sottoposto lo schema del decreto ministeriale sui requisiti di formazione professionale delle guardie giurate.
Il prossimo 30 gennaio, inoltre, il sottosegretario incontrerà anche le organizzazioni sindacali del settore, per una più compiuta visione d’insieme.