Considerando lo stop forzato della primavera e la crisi pandemica, è confortante sapere che il 2020 per il Banco nazionale di prova si è concluso, alla fine, con un +4,96 per cento di armi testate rispetto al 2019. Ma sono i primi quattro mesi del 2021 a rappresentare il record assoluto. Lo hanno confermato il presidente del Banco, Aldo Rebecchi (in foto), e il direttore Emanuele Paniz nel corso di una conferenza stampa che, come di consueto, certifica i collaudi effettuati per le armi di nuova produzione, elemento che rappresenta in modo indiretto ma abbastanza veritiero il “polso” della produzione armiera italiana.
2020, come si è detto, iniziato in modo drammatico per l’industria armiera sportiva e civile, considerando lo stop forzato e gli ostacoli che le aziende del Bresciano hanno incontrato a causa della prima ondata Covid. Il secondo semestre ha, tuttavia, consentito di compensare la debàcle, segnando appunto un complessivo +4,96 per cento rispetto al 2019. Questo per il Banco in particolare ha rappresentato un utile lordo di 380 mila euro circa, e un utile netto di circa 60 mila euro. “Un risultato incoraggiante per la gestione dell’ente”, ha dichiarato Rebecchi, “specialmente considerando che le tariffe che vengono applicate alle aziende per le prove sono invariate dal 2017 e prevediamo di mantenerle invariate anche per tutto il 2021”.
A proposito di 2021, i dati relativi alle armi bancate (quindi alla produzione di armi e, solo secondariamente, all’importazione per il mercato interno) manifestano numeri da vero e proprio record nei primi quattro mesi dell’anno, con oltre 65 mila armi bancate nel mese di gennaio, oltre 90 mila nel mese di febbraio, oltre 105 mila per il mese di marzo e oltre 95 mila in aprile, per un totale complessivo di 357.568 armi. Il paragone con i primi quattro mesi del 2020 (nei quali, però, già si sentiva l’effetto Covid) è schiacciante, visto che in quel periodo dello scorso anno le armi bancate sono state 160.166, con un divario di 197.402 che rappresenta un +123,25 per cento a favore del 2021. I numeri, tuttavia, sono impressionanti anche rispetto allo stesso periodo 2019 (un anno tutto sommato positivo e soprattutto privo della variabile Covid), che aveva fatto segnare 257.284 armi bancate. “Questo risultato è indubbiamente da ascriversi all’effetto Biden negli Stati Uniti”, ha sottolineato Rebecchi, “ed è ben difficile che possa proseguire fino a fine anno, ma se così fosse, porterebbe il numero complessivo di armi bancate oltre la barriera del milione, un valore veramente record”.
L’approfondimento, con i dati completi relativi alla produzione sul fascicolo di luglio di Armi e Tiro!