Secondo uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia, la crisi economica sta determinando una crescita delle attività criminali nel nostro Paese, specialmente per quei reati che non richiedono spiccate abilità, come per esempio il furto. La stima indicherebbe che a una riduzione dell’attività economica a livello locale pari al 10 per cento, corrisponderebbe un aumento dei furti pari al 6 per cento. Sempre secondo lo studio Bankitalia, la crisi economica avrebbe invece impatto negativo sui reati che necessitano di maggiori competenze criminali, come le rapine.Non vi sarebbe, infine, alcun legame con la congiuntura economica per la diffusione di reati di tipo violento e di natura sessuale. Il legame tra crisi e criminalità è meno evidente nelle quattro regioni maggiormente caratterizzate da una presenza più radicata della criminalità organizzata (Campania, Calabria, Puglia, Sicilia). Tale risultato, spiega la banca d’Italia, “potrebbe indicare che, in queste zone, la criminalità organizzata detenga il “monopolio” dell’attività illegale, per cui risulterebbe difficoltoso per un individuo improvvisare un’attività criminosa a seguito delle sopravvenute difficoltà economiche, rispetto ad altre parti del Paese dove il controllo del territorio è meno capillare”.
Secondo uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia, la crisi economica sta determinando una crescita delle attività criminali nel nostro Paese, specialmente per quei reati che non richiedono spiccate abilità, come per esempio il furto