Difesa Italia chiede di bloccare le “manine” che hanno, tra l’altro, elaborato l’articolo 7 del recepimento della direttiva europea che ancora affligge mercato e appassionati
Riceviamo e pubblichiamo da Andrea Gallinari, presidente dell'associazione Difesa Italia.
"Come associazione direttamente coinvolta con i referenti del Governo in tutti i lavori preparatori del recepimento della direttiva armi europea, siamo rimasti sorpresi nel riscontare alcune significative differenze del Decreto Legislativo di attuazione della Direttiva UE 2017/853 rispetto al testo preventivamente concordato ed effettivamente atteso.
In particolare ci siamo stupiti e rammaricati per l’articolo 7, che rafforza e peggiora la misura introdotta dallo schema di decreto del governo Gentiloni, introducendo la possibilità per prefetti e questori di limitare l’acquisto di munizioni ai titolari di porto armi.
È una misura molto afflittiva per tutto il comparto, con forti ripercussioni negative sui bilanci delle armerie – che, invece, ora più che mai avrebbero avuto il diritto di attendersi un aiuto concreto dopo anni di congiuntura economica negativa e di iniziative normative ostili promosse dal precedente governo – ed assolutamente penalizzante per i tiratori che frequentano i campi di tiro privato e praticano le discipline del tiro che non si svolgono nelle sezioni UITS.
Stranamente l’articolo 7 – tanto penalizzante quanto del tutto inatteso sia rispetto alle valutazioni condivise nei tavoli tecnici preliminari sia rispetto alle indicazioni delle Commissioni del Senato e della Camera, è stato invece inserito nel testo del decreto e, altrettanto stranamente la sua formulazione riconosce una deroga all’acquisto e consumo delle munizioni presso le sezioni UITS, che sono le uniche strutture sportive esentate da tale limitazione, ottenendo così un ingiusto vantaggio rispetto agli soggetti dove vengono praticate le varie discipline del tiro.
I nostri referenti politici e del Governo, interpellati sulla genesi dell’art. 7 e delle altre 'storture' inopportunamente e sorprendentemente presenti nel testo del Decreto, a seguito di opportune verifiche hanno puntualmente individuato i soggetti a cui ricondurre le rispettive responsabilità e ci hanno fornito un esaustivo riscontro.
Il recente articolo di Armi e Tiro inerente il nuovo regolamento UITS, approvato in questi giorni dal Commissario Avv. Francesco Soro, ci induce a nuove preoccupazioni in merito all'incomprensibile tenore di alcune ‘scelte tecniche’, foriere di effetti e ripercussioni fortemente negative per i tiratori e per i detentori di armi demilitarizzate.
Il nuovo regolamento UITS, peraltro, introduce ulteriori ‘amenità’, che, a nostro sommesso avviso, sono destinate a complicare non poco le attività delle sezioni UITS.
Ancora una volta, quindi, torniamo a chiederci quale sia la ratio che suggerisce l’adozione di taluni orientamenti e quali possano essere le reali finalità sottese…
Difesa Italia, che ha sostenuto e continuerà a sostenere l'azione della Lega ed a promuoverne il successo elettorale anche in occasione dei prossimi appuntamenti, ha chiesto e sta chiedendo ai senatori e parlamentari del Governo con cui collabora la massima determinazione per impedire che soggetti – probabilmente ispirati da ragioni personali e dal conseguimento di provvisori e miopi vantaggi particolari – trovino ulteriore spazio per introdurre provvedimenti o emendamenti che, in ultima analisi, vengano poi a tradursi in nuove misure afflittive e contrarie alla tutela degli attori-elettori del comparto.
Abbiamo lavorato, stiamo lavorando e lavoreremo per consolidare il consenso del comparto verso la Lega e consideriamo quindi inaccettabile che si lasci ulteriore spazio a 'manine' ostili o comunque ben poco integrate nel processo di tutela dei diritti di TUTTI gli attori coinvolti nella detenzione legale ed uso delle armi civili sportive, da caccia e difesa.
Vigileremo con la massima attenzione!