Diatriba tra i sondaggisti: l'orientamento spiccatamente filo-animalista di Forza Italia, porta voti o è un semplice paravento? Il tutto è partito qualche mese fa, con il progetto "forza Dudù" (dal nome del cagnolino dell'attuale compagna di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale) e con la considerazione che "ci sono 150 mila cani abbandonati, adottiamoli". I sondaggisti si dividono tra chi, come Nicola Piepoli dell'istituto omonimo, ritiene che sia "una gran bella trovata" e chi, come Roberto Weber di Ixè, ritiene che ai fini di uno spostamento dei voti, avrà poca efficacia. Più nello specifico, Piepoli spiega: "secondo Berlusconi le famiglie dove abitano animali sono 10 milioni, ma io credo che questa sia una stima prudenziale, e calcolo che le famiglia siano invece 12 milioni, ovvero il 40-45 per cento del totale delle famiglie italiane. Ciò equivale a 25 milioni di potenziali elettori e a 2 milioni e mezzo di elettori reali aggiuntivi, il 7 per cento dei voti in termini relativi". Ma Roberto Weber è di avviso del tutto contrario: "Se Forza Italia avesse avuto la salute di un tempo, questo dei cani e dei gatti avrebbe potuto essere un pezzo di mosaico in più, oggi invece appare un piccolo escamotage per evitare il vero nodo del partito: il problema della leadership. Questa campagna animalista di Berlusconi può sicuramente esercitare un richiamo, ma servirà soltanto a consolidare il vecchio elettorato". Antonio Noto di Epr ha una posizione intermedia: "Se questa campagna animalista rimane come unico elemento di una campagna elettorale, non servità a portare voti aggiuntivi a Forza Italia. Se invece è il primo elemento di una filiera che comincia con un punto lieve e prosegue in crescendo, affrontando cioé giorno dopo giorno altri argomenti come le tasse, il lavoro, i giovani, l'euro, allora sì che Berlusconi è partito con il piede giusto per attrarre a sé nuovi elettori".
Diatriba tra i sondaggisti: l’orientamento spiccatamente filo-animalista di Forza Italia, porta voti o è un semplice paravento? Secondo alcuni, può “valere” un 7 per cento di voti in più