La prospettiva di restrizioni sulle armi in vista della vittoria del candidato dem alla presidenza Usa fa letteralmente volare i titoli azionari legati alle aziende armiere
Le azioni dei principali brand americani produttori di armi stanno letteralmente volando sul mercato azionario statunitense: merito, si fa per dire, della paura di nuove restrizioni sull’acquisto e sul possesso che si temono dopo che il candidato dem, Joe Biden, sarà eletto alla presidenza dell’Unione, come da pronostici. Il risultato atteso dai mercati è che si scateni una corsa ancor più frenetica di quanto già accaduto dai primi mesi di quest’anno, all’accaparramento di armi in generale e in particolare dei modelli che più prevedibilmente saranno oggetto di restrizioni, cioè i black rifle. Le azioni Smith & Wesson sono aumentate ben del 135 per cento quest’anno, mentre quelle di Sturm Ruger hanno guadagnato il 51 per cento. Solo nel mese di settembre, per entrambe le aziende l’aumento del valore azionario è stato dell’8 per cento, così come secondo gli analisti sarebbe aumentato il vantaggio di Biden rispetto a Donald Trump, passando dal 55 al 65 per cento. Ovviamente, la prospettiva di un presidente “proibizionista” va a sommarsi ai timori per la pandemia di Coronavirus, con conseguenti disordini sociali, e alle questioni razziali del movimento Blm, con analoghe manifestazioni violente di piazza, saccheggi e aggressioni. Risultato: il settore armiero non riesce a star dietro alla domanda e, come avviene per qualsiasi altro bene valutato in borsa, la scarsità fa aumentare il valore.
Anche negli otto anni di presidenza Obama (altro presidente dem che aveva dichiarato guerra ai black rifle, anche se poi nella sostanza non è riuscito ad approvare restrizioni significative), la risposta dei mercati era stata di segno analogo: le azioni di Ruger erano aumentate di quasi il 900 per cento nei due mandati Obama, contro il misero 10 per cento del quadriennio Trump.