Bodycam e polizia Locale: la Axon Body 3 arriva a Ravenna

La polizia locale di Ravenna annuncia l’adozione ufficiale della bodycam Axon Body 3: un’occasione per uno sguardo a tutto tondo sulla situazione dell’aggiornamento digitale ed elettronico nella Penisola

Che la bodycam sia uno strumento sempre più indispensabile all’operatore della sicurezza pubblica e privata è ormai riflessione consolidata, svolgendo un servizio di telesorveglianza mobile che consente di documentare lo stato di luoghi in cui l’operatore si trova ad intervenire senza costringere l’operatore a dover impegnare le mani e l’attenzione sulla ripresa. In questo modo si ha la possibilità di documentare le condotte di terzi e l’eventuale commissione di illeciti così come, allo stesso tempo, la condotta dell’operatore, a tutela del suo intervento.

Nel caso in cui, poi, le immagini vengano inviate in tempo reale a una sala operativa, consentono anche di adottare da remoto tutte le decisioni più urgenti sulla gestione dell’evento ripreso, compresa la protezione dell’operatore sul campo.

Lo sanno bene gli ormai numerosi Ivp (Istituti di vigilanza privata) che nel corso degli ultimi anni se ne sono dotati, fornendo al personale un ausilio insostituibile senza bisogno di altro se non di maturare una decisione ed investire in tecnologia.

Lo sta apprendendo parallelamente anche un numero sempre maggiore di Comandi di Polizia Locale, che godono certamente di maggior snellezza decisionale ed economica rispetto alle amministrazioni centrali dello Stato che, almeno in questi casi, consente di assorbire le novità tecnologiche in ausilio all’operatore con maggior facilità.

Almeno in questi casi, si diceva, perché per quanto riguarda per esempio gli strumenti di autotutela “mazzetta distanziatrice” e “spray al capsicum”, nonostante la possibilità di adozione risalga già ad una ventina di anni fa (per esempio, per la Regione Lombardia a partire dalla legge regionale sulla Polizia Locale del 2003) non sono state poche le resistenze ed i timori da vincere in concreto, sempre nel solco di una diffidenza verso il nuovo generalmente troppo radicata nel nostro Paese e troppo spesso figlia del timore di vedersi addebitare chissà quali responsabilità.

In quei casi, le diffidenze da vincere furono tutte di natura giuridico/terminologica quanto al “distanziatore”, perché per la schizofrenia del legislatore gli impedisce di vedere quanto siano tra loro compatibili da un lato l’esigenza che un Agente di Polizia Locale possa affrontare incarichi in cui necessita di strumenti less-then-lethal e dall’altro la definizione secondo cui l’ordine pubblico è attività riservata allo Stato, attraverso le articolazioni del Ministero dell’Interno (unica funzione in cui è ammessa l’adozione dello “sfollagente”, cui il “distanziatore” somiglia in tutto e per tutto, almeno fino a che ragioneremo in termini di “forma” e non di “sostanza”, vale a dire in termini di impiego concreto che l’operatore ne farà): se è vero che la Polizia Locale non ha attribuzioni di ordine pubblico, è altrettanto vero che i suoi Agenti svolgono numerosissimi servizi nei quali possono trovarsi a difendersi e a vincere la resistenza altrui senza dover far ricorso all’arma da fuoco.

Furono, invece, diffidenze di natura tecnica quelle relative allo spray, perché ci sono voluti decenni per convincersi che questo non arreca in alcun modo danno alla persona e non possa essere qualificato, in definitiva, un’arma.

perIn questo panorama, la sperimentazione delle bodycam da parte delle Polizie Locali – con particolare attenzione ai servizi di pronto intervento – è cominciata ad esempio a Milano nel settembre 2019 con 50 apparati, a Lecce nel giugno 2020, a Pisa e Novara nel settembre 2020, mentre Ravenna annuncia ora l’adozione ufficiale della bodycam Axon Body 3.

Alla città non piace l’etichetta di hot spot della criminalità, nel senso di luogo di concentrazione particolare quanto meno di determinate attività criminose, anche se i dati emersi negli ultimi anni parlano di una provincia costretta a fare i conti con 16.710 denunce registrate nel 2019, che le sono valse il 15° posto nella classifica generale del Sole24Ore sulla Criminalità, il 13° per quanto riguarda i furti, il 3° per i furti in abitazione, , il 12°per i furti in esercizi commerciali e il 13° per le violenze sessuali. Certo, una statistica è anche figlia della propensione delle vittime a denunciare (ovvio che un territorio in cui si denuncia poco non è immune da crimine, avendo solo “numeri grigi” più alti) e dell’attività di contrasto del crimine svolta dalle Istituzioni, tanto che proprio al Comune di Ravenna è stato attribuito il premio Anci (Associazione Italiana Comuni Italiani) “Sicurezza urbana 2018” per le politiche virtuose messe in campo nell’ambito della sicurezza.

Proprio nell’ambito di tali politiche sulla sicurezza l’Amministrazione Comunale ha deciso di dotare, così, la sua Polizia Locale delle nuovissime Axon Body 3, di cui vanno a beneficiare il personale di pronto intervento in vista di interventi delicatissimi, quali il servizio Tso (trattamento sanitario obbligatorio).

Ravenna, infatti, risulta il primo Comando in Italia a usare sul campo Axon Body 3 ed anche la prima in Europa a implementare il software Axon Respond for Devices, che offre consapevolezza della situazione in tempo reale. Il sistema combinato di apparato e software dedicato, infatti, consente di registrare video di qualità superiore e offre funzionalità di streaming live e attivazione automatica. Particolarmente interessante anche l’acquisto della piattaforma dedicata Axon Evidence (Evidence.com), creata per la gestione delle prove digitali, che semplifica i processi di gestione di tutti i dati raccolti.

L’adozione delle bodycam da parte di un Comando di Polizia Locale è ovviamente disciplinata dall’emanazione di precisi regolamenti circa l’utilizzo degli apparati e delle immagini. La bodycam gli sarà di aiuto ogni qualvolta la registrazione sembrerà opportuna in relazione all’evolversi degli scenari di sicurezza e di ordine pubblico che facciano presupporre, a suo giudizio, situazioni di criticità, in ipotesi di insorgenza di tangibili situazioni di pericolo, di turbamento dell’ordine e della sicurezza pubblica, in caso di pericolo imminente per persone e/o cose e, in genere, in tutte quelle situazioni che legittimano l’operazione di ripresa visiva, compreso l’ambito dei controlli stradali.

Quanto alla ripresa, non è previsto il consenso degli interessati, rientrando il trattamento tra i compiti di interesse pubblico di cui è investito il titolare (art. 6, comma 1, lett. e) Reg. CE 27.04.2016 n. 679 – GDPR), mentre il diritto di accesso può essere esercitato dagli interessati tramite apposita richiesta al Comune. Poiché, inoltre, i dati acquisiti vengono trattati esclusivamente per le finalità di polizia giudiziaria nonché di protezione di persone e/o cose, non è previsto il diritto di limitazione ed opposizione per tali finalità.

Quanto alle immagini, infine, queste vengono salvate nelle memorycard delle telecamere e dovranno essere scaricate in centrale a fine turno, in un computer unico protetto da password, ed ovviamente all’operatore che provvede al salvataggio dei files registrati è fatto divieto di alterare, cancellare, modificare o duplicare le immagini, che potranno essere visionate dal Comandante, dai Vice Comandanti e dall’Ispettore responsabile dell’Ufficio o Reparto interessato.