Alcuni reparti della polizia locale di Genova riceveranno le bodycam: uno strumento importante per tutelare cittadini e operatori. A livello nazionale, però…
Ci sono anche le bodycam nell’ipotesi di contratto collettivo decentrato per la polizia locale, sottoscritta dal Comune di Genova e dalle rappresentanze sindacali Cgil Fp, Cisl Fps e Uil Fpl. Le bodycam, è precisato in una nota, saranno adottate per “contribuire ad assicurare elevati standard di sicurezza degli operatori di polizia locale” e per poter “acquisire nel caso di illecityi o di situazioni critiche tutti gli elementi utili all’acceertamento e alla documentazione probatoria dei fatti che costituiscono reato”. La distribuzione è prevista per gli operatori del reparto sicurezza urbana e per gli operatori del pronto intervento per i trattamenti sanitari obbligatori.
Non è ovviamente Genova il primo comune a sperimentare le bodycam per gli operatori, già per esempio il comune di Milano ha iniziato la sperimentazione nel settembre 2019 ed è abbastanza evidente che il loro impiego presenti effetti positivi sia per la tutela degli operatori stessi, sia per la cittadinanza. A livello nazionale si scontano invece, come al solito, ritardi e burocratismi: già da alcuni anni è iniziata con la polizia di Stato la sperimentazione di questo strumento tecnico, inizialmente dai reparti mobili in ordine pubblico e poi da stradale e volanti in alcune città pilota, ma l’adozione generalizzata appare ben lungi dall’essere anche solo ipotizzabile. La questione è tutt’altro che secondaria, visto che per i rischi di denunce pretestuose già diversi operatori di Ps stanno provvedendo in proprio all’acquisto di dispositivi del genere, rischiando anche sanzioni disciplinari.
Oltre al Taser, sembra che anche per le Bodycam i tempi si facciano bibilici. Entrerà dunque prima o poi nel XXI secolo la nostra polizia? Chissà…