Da zona rossa passano a zona arancione alcune regioni italiane. Cosa cambia per armerie e poligoni?
Calabria, Lombardia e Piemonte diventano zona arancione (da zona rossa che erano) a partire da domani, 29 novembre. Anche se nei giorni scorsi ci siamo già occupati della differenza che esiste, per le attività connesse alle armi, tra zone gialle, zone arancione e zone rosse, conviene riassumere brevemente la questione per chi abita in quelle regioni o dovesse transitarvi per ragioni “armiere”.
Le armerie, innanzi tutto, possono restare aperte anche nel momento in cui nel proprio codice Ateco non comprendano l’indicazione relativa alla vendita di articoli sportivi (condizione che era invece necessaria nelle aree rosse, salve alcune specifiche eccezioni). Potranno servire clienti residenti o domiciliati nello stesso comune ma anche clienti provenienti da altri comuni, che non abbiano potuto trovare nel proprio comune di residenza o domicilio i medesimi servizi che offre il negozio al di fuori del territorio comunale. Quindi se una specifica arma è in vendita in una specifica armeria e non in quella del proprio comune (o se nel proprio comune l’armeria neanche c’è), si potrà “sconfinare” con giustificato motivo.
Per i poligoni si profila la possibilità non soltanto di ospitare eventi e competizioni riconosciuti di interesse nazionale, ma anche consentire l’attività “sportiva o motoria all’aperto”, purché nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività. Potranno quindi senz’altro aprire i campi di Tiro a volo anche non impegnati nelle specialità olimpiche (esempio Percorso di caccia) e i poligoni cosiddetti “chiusi a cielo aperto”. Restano interdette le attività di tiro che si svolgono completamente al chiuso, come il tiro nei tunnel o le palestre per l’aria compressa.