I cittadini canadesi stanno ancora aspettando di conoscere le procedure per il buyback, cioè l’esproprio governativo dietro indennizzo, dei 1.500 modelli di armi definiti “d’assalto” dal provvedimento che il primo ministro Justin Trudeau ha disposto il 1° maggio 2020: il termine entro il quale dovrebbe iniziare l’operazione, che potrebbe avere un costo minimo stimato tra i 47 e i 756 milioni di dollari canadesi, è il 30 aprile 2022 e a tutt’oggi si attende di avere riscontro al riguardo.
Nel frattempo, l’opinione pubblica si sta polarizzando su una questione “collaterale” rispetto al provvedimento legislativo di Trudeau, che è quella relativa alla possibilità di vietare anche le armi corte, oltre alle armi “d’assalto”. Il governo canadese ha infatti già avanzato la proposta (finora non approvata) di affidare la potestà di vietare, o consentire, la detenzione delle armi corte alle singole province e municipalità canadesi, come parte di un nuovo pacchetto di norme restrittive in materia di possesso legale delle armi: c’è tuttavia (come era fin troppo prevedibile) un movimento che auspicherebbe il divieto generalizzato a livello federale, “coast to coast”, per così dire. Tra coloro i quali spingono per una soluzione di questo genere ci sono i responsabili della comunità islamica facente capo a quella moschea della città di Quebec che, nel 2017, fu teatro di una strage: i portavoce della comunità islamica locale, Boufeldja Benabdallah e Mohamed Khabar, hanno inviato una missiva a Trudeau e al ministro per la pubblica sicurezza Marco Mendicino, nella quale chiedono “di cessare i vostri sforzi per assolvere il governo federale dalla responsabilità per la questione sulle armi corte”, ricordando ai vertici politici del Paese che “è responsabilità del governo federale di legiferare in questa direzione, in modo che il processo sia implementato da una costa all’altra”.
Di segno opposto sono invece le dichiarazioni rese sull’argomento dal governo conservatore dell’Alberta, il quale ha ufficialmente annunciato che si opporrà a qualsiasi iniziativa del governo federale in materia di divieto di detenzione delle armi corte. “Il governo liberale federale dovrebbe concentrarsi sul tenere le armi da fuoco illegali lontane dal nostro Canada e fuori dalle mani dei criminali, invece di prendere di mira gli albertani rispettosi della legge”, ha dichiarato senza mezze misure il ministro della giustizia dell’Alberta, Kaycee Madu, che ha aggiunto: “l’Alberta sfiderà qualsiasi invasione della propria giurisdizione, anche attraverso i tribunali, se necessario”.