Sempre più consistente l’ipotesi che le armi utilizzate nel mass shooting canadese venissero di contrabbando dagli Usa. Ma la polizia a cavallo continua a tacere alcuni elementi…
Secondo gli elementi finora resi noti dagli inquirenti, sarebbe ormai certo che tre delle quattro armi utilizzate dal folle che poche settimane fa ha compiuto una strage in Canada, dando il pretesto al primo ministro per una grande operazione di messa al bando delle armi di “aspetto militare”, sarebbero di provenienza statunitense, importate di contrabbando. La quarta arma sarebbe stata procurata in Canada, ma sempre illegalmente, in quanto l’autore della strage non possedeva permessi di polizia per la detenzione legale di armi, in quanto tra l’altro presentava precedenti penali. Gli inquirenti hanno, però, finora omesso di specificare sia il modello, sia il calibro delle due armi lunghe e delle due armi corte utilizzate dall’attentatore, né se l’arma ottenuta illegalmente in Canada, definita “semiautomatica”, sia un’arma corta o un’arma lunga. Gli inquirenti avrebbero giustificato la loro reticenza con la motivazione che le indagini sarebbero tuttora in corso, ma da più parti è stata segnalata l’esigenza di conoscere ogni dettaglio sulla questione, per poter svolgere una discussione informata in merito al decreto che comporta forti restrizioni sul possesso di armi semiautomatiche “di aspetto militare”, varato lo scorso primo maggio dal primo ministro canadese. Tra l’altro, evidentemente le autorità politiche canadesi sono in possesso di un maggior numero di informazioni rispetto all’opinione pubblica, visto che il ministro Bill Blair, tra i sostenitori del provvedimento restrittivo, ha dichiarato che le due armi lunghe semiautomatiche utilizzate dall’attentatore sarebbero ora tra i modelli di arma considerati vietati dal nuovo decreto.