Il famoso buyback, cioè il riacquisto da parte del governo dei circa 1.500 modelli di armi messe al bando dal primo ministro canadese Justin Trudeau nel 2020, potrebbe trovare sulla propria strada un ennesimo ostacolo da superare: in questo caso si tratta del servizio postale canadese, che sarebbe secondo le previsioni incaricato del ritiro fisico delle armi da parte dei cittadini. Il servizio postale ha infatti dichiarato che non intende svolgere questo tipo di compito, motivando la decisione con preoccupazioni per la sicurezza dei dipendenti, con particolare riferimento a eventuali “conflittualità” tra il personale e i proprietari di armi ai quali è stato chiesto di rinunciare al possesso e di consegnarle (dietro indennizzo).
Funzionari del Governo si sono detti sorpresi per l’annuncio e hanno comunque dichiarato di continuare un dialogo con le poste canadesi, per superare il problema, in quanto le autorità ritengono che il ritiro gestito dalle poste sarebbe il sistema “più efficiente” e “meno costoso” per recuperare le migliaia di esemplari di armi soggette al gun ban di Trudeau. Una possibile soluzione di compromesso potrebbe consistere nell’affidare al servizio postale canadese l’onere del trasporto delle armi verso la rottamazione, ma senza coinvolgere gli uffici nel processo di consegna da parte dei cittadini. L’operazione di buyback dovrebbe iniziare la fase di consegna per la fine dell’anno 2025, infatti fino a ottobre 2025 è stato prorogato il periodo finestra di “amnistia” nel quale i cittadini non possono utilizzare a caccia o in poligono le armi vietate, ma possono ancora detenerle.