La telenovela sul disgraziato evento che ha portato alla morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins per mano dell’attore Alec Baldwin sul set del film western “Rust” si arricchisce di un nuovo capitolo.
In particolare, l’Fbi ha presentato un rapporto alla polizia di Santa Fe (che si occupa dell’inchiesta) relativo all’esame del revolver utilizzato durante le riprese, dal quale è partito il colpo mortale. L’attore aveva infatti dichiarato di non aver premuto il grilletto, sottintendendo che il colpo potesse essere partito accidentalmente in seguito a un malfunzionamento dell’arma (che non sarebbe, comunque, dovuta essere caricata con vere cartucce a palla…). Il rapporto dell’Fbi smentisce però l’attore, confermando che l’arma fosse nelle corrette condizioni di funzionamento e che l’unico modo per determinare la partenza del colpo era premere volontariamente il grilletto. In particolare, il test dell’Fbi ha comportato test di sparo accidentale con cane abbattuto, sulla monta di sicurezza, sulla tacca di caricamento e completamente armato. Durante l’ultimo dei test di sparo accidentali, si è registrata la rottura del dente di scatto e solo in quella circostanza si è determinato lo sparo accidentale.
L’avvocato di Baldwin, Luke Nikas, ha contestato le risultanze del rapporto, evidenziando come i test sull’arma non siano stati in grado di determinare la partenza del colpo neanche premendo volontariamente il grilletto, a causa delle “cattive condizioni” dell’arma, e che i test stessi non siano stati in grado di ricreare le esatte condizioni che si erano verificate in quel giorno, nel quale (sempre secondo l’avvocato) Baldwin armò il cane ma il colpo partì senza la pressione sul grilletto.
Al di là di questo, Nikas sottolinea come il rapporto significativo per concludere l’inchiesta (che non ha ancora portato alla formalizzazione di accuse verso alcuno) è quello del medico legale, il quale ha evidenziato che si sia trattato di un evento accidentale. Allo stesso modo, il legale di Baldwin ha sottolineato come l’attore (che è anche il co-produttore del film) non fosse a conoscenza dei problemi relativi alla sicurezza sul set, emersi in seguito alla disgrazia, e soprattutto che l’arma fosse stata a lui consegnata come “cold”, quindi caricata a salve.