Caso tortora: l’Italia si piega?

Da Bruxelles arriva la richiesta di chiudere temporaneamente il prelievo della tortora selvatica. Molti Paesi europei si oppongono, mentre il ministero italiano ci sta pensando

I rapporti tra governo italiano e istituzioni europee in fatto di attività venatoria sono tesi da qualche mese a questa parte. Dopo l’avvio della procedura di infrazione legata alla decisione del governo italiano di limitare gli effetti del regolamento europeo sull’impiego nelle zone umide di cartucce contenenti pallini in piombo, si apre un altro possibile fronte di scontro con Bruxelles. Al centro la caccia alla tortora: dopo aver chiuso la caccia lungo la rotta migratoria occidentale, la Commissione suggerisce la chiusura anche lungo la rotta centro-orientale, che coinvolge anche il nostro Paese. Alla base di questa richiesta, la mancanza, secondo gli organi europei, dei dati necessari che i Paesi avrebbero dovuto fornire per stabilire la consistenza della popolazione della specie tortora.

Alcuni Paesi hanno già fatto sapere di non aver intenzione di adeguarsi a questa richiesta, mentre pare che il tavolo tecnico attivo al Mase (ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica), di cui è ministro Gilberto Pichetto Fratin, sia al lavoro per preparare un documento che andrebbe incontro alla richiesta. Forse che il nostro ministero teme di incappare in un’ulteriore procedura di infrazione?

Sta di fatto che se si decidesse di piegarsi alla volontà della commissione, per i cacciatori italiani si tratterebbe dell’ennesimo schiaffo!