Capita talvolta di sentire parlare, o leggere sui testi che illustrano il funzionamento di un’arma, che quel fucile, o quel revolver, o quella pistola è dotata di cane “rimbalzante” o “cane a rimbalzo”. Ma cosa si intende con questo termine? E a cosa serve?
Be’, partendo dal secondo quesito, è chiaro che se i costruttori di armi si premurano di introdurre un accorgimento meccanico è sempre per una buona ragione.
Con il termine “cane rimbalzante” o “cane a rimbalzo” si intende in particolare un meccanismo di sparo nel quale, normalmente, la relazione tra il cane, la relativa molla di spinta e il fulcro di rotazione sia tale da far sì che, in posizione di riposo (quindi abbattuto), il cane stesso risulti staccato di qualche millimetro dalla coda del percussore o dal fine corsa nel telaio (se il percussore è imperniato sul cane stesso). Lo sparo avviene, quindi, perché quando il cane si abbatte, ovviamente dopo essere stato armato, ha accumulato una energia che gli consente di superare il normale punto di riposo, andando a urtare contro il percussore lanciandolo, così, in avanti a percuotere l’innesco della cartuccia (o andando a percuotere direttamente l’innesco della cartuccia se ha percussore integrale). Una volta fatto ciò, il cane, appunto, “rimbalza”, ovvero ritorna nella sua posizione normale di riposo, leggermente staccata dal percussore, grazie all’elasticità della propria molla di spinta (che risulta leggermente compressa) o grazie ad altri accorgimenti, come l’interazione con il sistema di ritorno del grilletto. Spesso, anzi quasi sempre, è presente un accorgimento che, se il grilletto non è premuto volontariamente, impedisce al cane di avanzare in ogni caso dalla sua posizione naturale di riposo (magari in seguito a un urto diretto sulla cresta), andando a colpire accidentalmente il percussore. Lo scopo principale di questo accorgimento, e il suo vantaggio considerevole rispetto a una tacca di mezza monta del cane, è che con il sistema a rimbalzo il cane è sempre staccato dal percussore e, se quest’ultimo ha una propria molla di ritorno, allora anch’esso sarà sempre staccato dall’innesco della cartuccia. Questo è importante, oltre che per ragioni di sicurezza intrinseca, anche per evitare che la protrusione del percussore impedisca o comunque ostacoli l’apertura dell’arma, che si tratti di una doppietta come del tamburo basculante di un revolver o, ancora, di un revolver a telaio incernierato (cosiddetto “top break”). In molte armi moderne (in particolare nei revolver), il cane rimbalzante è oggi sostituito dalla transfer bar, ma ci sono armi che ancora lo utilizzano o, meglio, ne utilizzano una evoluzione: si tratta, per esempio, dei revolver Smith & Wesson prodotti a tutt’oggi, nei quali però il cane non arretra “rimbalzando” grazie al gioco dell’elasticità della propria molla di spinta, bensì viene fisicamente sospinto all’indietro grazie a un rilievo sulla slitta di ritorno del grilletto.
Come accorgimento di sicurezza, il sistema del cane “a rimbalzo” è stato utilizzato anche su alcune semiautomatiche divenute leggendarie, come le Walther Pp, Ppk e P38 o le Sig Sauer della serie P220-P226.