Non esiste arma più leggendaria dell’Ak47 Kalashnikov, questo è evidente: è l’arma moderna prodotta nel maggior numero di esemplari della storia e si è guadagnata una reputazione globale per affidabilità, rusticità, capacità di funzionare in qualsiasi circostanza e in qualsiasi teatro operativo. Il noto produttore italiano Chiappa firearms ne propone una replica che offre una estetica rispettosa dell’archetipo originale, abbinata a due calibri economici, di ampia reperibilità sul mercato (in special modo parliamo del mercato nordamericano, che è quello di riferimento se non altro in termini prettamente numerici) e utilizzabili in qualsiasi impianto di tiro, anche nei poligoni del Tiro a segno nazionale con agibilità di prima categoria: il .22 lr (Rak-22) e il 9×19 mm oppure il 9×21 (Rak-9).
Non servono presentazioni
L’archetipo originale è quello dell’Ak47 o, meglio, in realtà sarebbe quello dell’Akm, la versione “modernizzata” del Kalashnikov che fu realizzata sostituendo il castello realizzato dal pieno della versione di serie dell’Ak, con uno realizzato in lamiera stampata, più economico, speditivo e anche più leggero da realizzare, senza particolari contropartite in termini di robustezza o affidabilità. Chiappa firearms ha realizzato una copia conforme, dimensionalmente compatibile con la componentistica Ak originale, con telaio stampato in acciaio al carbonio, calciatura e astina in legno di faggio, impugnatura in polimero di colore marrone scuro. La variazione di calibro dall’originale 7,62×39 è stata condotta con significative modifiche sia a carico del sistema di alimentazione, sia a carico della meccanica in sé: per quanto riguarda quest’ultima, il sistema a sottrazione di gas con otturatore a testina rotante è stato sostituito con un più semplice sistema a massa semplice (chiusura labile), con otturatore monolitico. Il lungo pistone per la presa gas del portaotturatore dell’Ak originale è qui sostituito da un mozzicone che funge principalmente da guida anteriore di scorrimento e centraggio, nonché da fodero per la porzione anteriore della molla di recupero, che contrasta (come sull’originale) sul bordo posteriore della carcassa per mezzo di un apposito ritegno, il quale ha lo scopo anche di trattenere in posizione il coperchio superiore e di fungere, conseguentemente, da pulsante di smontaggio. Anche la finestra di espulsione è stata dimensionata in funzione del calibro 9×19 mm, quindi lo scasso sul coperchio superiore in lamiera per la fuoriuscita del bossolo risulta meno sviluppato in lunghezza, sul medesimo lato l’otturatore presenta una profonda svasatura anteriore che è destinata a favorire sempre l’espulsione del bossolo.
Altra differenza sostanziale è la presenza di un ammortizzatore in plastica (buffer) destinato a ricevere l’urto di fine corsa dell’otturatore, incastrato all’estremità posteriore del telaio. Per separare l’otturatore dall’arma è necessario rimuoverlo, cosa che peraltro non presenta la benché minima difficoltà, una volta tolto il guidamolla basta tirarlo verso l’alto e viene via. Allo stesso modo, quando si rimonta l’arma lo si spinge in posizione.
La canna è lunga 445 millimetri (17,25 pollici nominali), porta sempre fissata su di essa il cilindro della presa gas (che a questo punto ha solo funzioni ornamentali), mentre nella parte inferiore è presente la bacchetta di pulizia, ma non l’attacco a “T” per il fissaggio della baionetta. La volata è filettata e su di essa è applicata la ghiera tipica dell’Ak47 prima maniera (laddove invece l’Akm ha un compensatore di rilevamento a fetta di salame).
La sicura manuale rispecchia anch’essa la tradizione ed è quindi costituita dalla classica leva in lamiera stampata posta sul lato destro della carcassa. Ruotava verso il basso consente lo sparo, ruotata verso l’alto blocca lo scatto e, inoltre, copre la fessura sul coperchio nella quale scorre la manetta di armamento quando l’otturatore arretra. Sul lato superiore della sicura c’è una piccola tacca, che consente di bloccare l’otturatore in apertura incastrandovi la radice della manetta di armamento. Ciò può essere utile nel caso in cui si voglia per qualsiasi motivo alimentare una cartuccia direttamente nella camera o, eventualmente, risolvere un inceppamento.
Per quanto riguarda il sistema di alimentazione, si è fatta una scelta a nostro avviso lungimirante e azzeccata: al bocchettone del caricatore presente sul lato inferiore della carcassa, è stato vincolato un adattatore polimerico, che funge da guida e ritegno per un caricatore bifilare a presentazione singola, compatibile con quelli della Beretta 92, della capacità di 10 o 15 cartucce. Lo sgancio è costituito da un pulsante rigato posto sul lato sinistro, si potrebbe essere portati a pensare che fosse più corretto posizionarlo sul lato destro, per azionarlo con il dito indice, ma basta poco per rendersi conto che a meno di non avere l’indice dell’extraterrestre ET del fil di Spielberg, non è proprio possibile arrivarci. Quindi, per sganciare il caricatore occorre la mano sinistra e, di conseguenza, è più facile da raggiungere il comando situato sul lato sinistro. Opzionalmente è possibile sostituire l’adattatore con un altro, compatibile con i caricatori Glock. Tra Glock 17 e Beretta 92, questa Rak-9 è in pratica compatibile con i due serbatoi per pistola semiautomatica più diffusi al mondo e anche in Italia.
Mire e scatto
Gli organi di mira sono una replica fedele di quelli dell’Ak, attualizzati però attentamente in funzione del calibro. Il mirino è a palo, avvitato sul proprio supporto e, conseguentemente, regolabile in altezza avvitandolo e svitandolo mediante apposito utensile. Sono anche possibili regolazioni in brandeggio, spostando il cilindro sul quale è avvitato, rispetto al proprio supporto.
Il riferimento posteriore è il classico alzo a tangente con cursore, i riferimenti però sono ad hoc per il 9×19 e vanno da 100 a 400 metri, portando però il cursore indietro di una tacca rispetto al valore dei 100 metri, si può avere l’arma tarata anche per la distanza dei 50 metri, come abbiamo potuto appurare concretamente.
Lo scatto è tipicamente militare, monostadio, però piuttosto pulito e netto nello sgancio, si fa voler bene già dai primi colpi e, complice il feeling dell’arma, non è complicato cominciare a inanellare rosate una dietro l’altra.
La nostra prova
Stante il fatto che l’arma non è predisposta di serie per il montaggio di dispositivi ottici di mira, abbiamo approcciato il nostro test a fuoco con le mire metalliche standard, portando il bersaglio a 50 metri e collimando l’arma in appoggio anteriore dal bancone. Con le Fiocchi standard ramate ogivali di 124 grani, allineando mirino e “U” della tacca al margine inferiore del barilotto, i colpi finiscono nel “9” inferiore del bersaglio, quindi più che soddisfacente. Utilizzando invece le munizioni Federal Syntech Action di 150 grs, che hanno una velocità modesta, il punto mirato e il punto di impatto praticamente coincidono, quindi allineando le mire alla base del barilotto, si colpisce l’area bianca del bersaglio immediatamente sottostante la linea di demarcazione tra “bianco” e “nero”.
Come è per l’Ak originale, l’impugnatura a pistola è sottile e leggermente zigrinata, l’astina completamente liscia, malgrado ciò la presa non è scivolosa e, complici anche le reazioni allo sparo modestissime, sparare sequenze rapide e ultra-rapide di colpi mantenendo l’allineamento sul bersaglio è del tutto agevole. La fedeltà di riproduzione si spinge anche fino a prevedere, sul calciolo in ferro, il portello a molla per il kit di pulizia originale militare.
L’inserimento e lo sgancio dei caricatori è del tutto agevole, anche con otturatore chiuso, l’armamento è fluido, l’espulsione non ha avuto alcun problema, neanche con le Federal che, come anticipato, sono progettate per una velocità insolita per il calibro, oltre il limite inferiore. L’affidabilità, insomma, è rimasta in “stile Ak”!
La capacità di raggruppamento dei colpi è del tutto soddisfacente, ovviamente disponendo di un maggior numero di varianti di munizionamento (o magari ricaricando) è possibile esplorare in modo più compiuto le potenzialità della piattaforma che, comunque, appaiono gratificanti.
La prova completa la trovate su Armi e Tiro di febbraio 2022
Scheda tecnica
Produttore: Chiappa firearms, chiappafirearms.com
Distributore: Ares distribution, via Correcchio 21/A, 47122 Forlì (Fc), tel. 0543.17.15.321, ares-distribution.com
Modello: Rak-9
Calibro: 9×19
Funzionamento: semiautomatico, chiusura a massa
Alimentazione: caricatore bifilare a presentazione singola tipo Beretta 92
Numero colpi: 10 o 15
Lunghezza canna: 17,25 pollici (445 mm)
Lunghezza totale: 875 mm
Scatto: diretto, monostadio
Percussione: cane interno
Mire: mirino a palo regolabile in altezza e derivazione, alzo a tangente con graduazioni fino a 400 m
Sicura: manuale a leva sul fusto, con funzione ausiliaria di arresto otturatore
Materiali: acciaio al carbonio, calcio e astina in faggio
Finiture: brunitura nera opaca, calcio verniciato
Peso: 3.000 g
Qualifica: richiesta classificazione sportiva
Prezzo: 999 euro, Iva inclusa