Da oggi, la camera dei deputati si accinge a discutere il disegno di legge sulla sicurezza che, tra gli altri, contiene l’articolo proposto dalla senatrice Bonfrisco per la liberalizzazione degli spray antiaggressione al capsicum. Il Corriere della sera, forse non del tutto casualmente, dedica una doppia pagina all’argomento, con toni a dir poco allarmistici: leggendo l’articolo, infatti, si impara che lo spray non servirebbe a dotare migliaia di donne di una difes…
Da oggi, la camera dei deputati si accinge a discutere il disegno di legge
sulla sicurezza che, tra gli altri, contiene l’articolo proposto dalla
senatrice Bonfrisco per la liberalizzazione degli spray antiaggressione al
capsicum. Il Corriere della sera, forse non del tutto casualmente, dedica una
doppia pagina all’argomento, con toni a dir poco allarmistici: leggendo
l’articolo, infatti, si impara che lo spray non servirebbe a dotare migliaia di
donne di una difesa contro le aggressioni, ma sarebbe invece l’arma preferita,
ormai, dalla malavita per compiere crimini. “Quanto avvenuto negli ultimi
mesi”, si legge, “dimostra che lo spray urticante viene usato sempre più spesso
da chi non è riuscito a procurarsi un’arma vera e lo usa per compiere furti,
rapine, stupri”. “In commercio”, denuncia il segretario dell’associazione
funzionari di polizia, Enzo Marco Letizia, “ne esistono attualmente due modelli
autorizzati dal Viminale nel 1998 e nel 2008, ma entro breve molti altri
modelli potrebbero entrare in commercio ed essere venduti liberamente”. A
conforto di queste tesi, una serie di motivazioni, una più incredibile
dell’altra, come questa: “Esclusa per legge la vera natura di armi, tali
oggetti possono essere portati liberamente in occasione di manifestazioni o
riunioni pubbliche, ovvero negli stadi o in loro prossimità”. Falso,
aggiungiamo noi, sarebbero comunque strumenti atti a offendere, il cui porto è
soggetto a limiti. Un altro cavallo di battaglia utilizzato con forza
nell’articolo è quello della supposta lesività dello spray al peperoncino, che
non sarebbe affatto innocuo: “possono provocare gravissimi problemi
respiratori, con broncospasmi che a persone anziane, cardiopatici, malati di
asma o di allergie respiratorie possono persino portare alla morte per asfissia
o infarto”. Falso, ancora, perché lo stesso ministero ha escluso per i due
prodotti già liberalizzati l’attitudine a provocare offesa alla persona e il
disegno di legge non avrebbe altro scopo che consentire la liberalizzazione di
prodotti di altra marca, ma di pari caratteristiche fisiche (tra l’altro,
subordinatamente all’emanazione di un regolamento da parte dello stesso
ministero!). Insomma, si ha l’impressione che l’articolo del Corriere altro non
sia che un ben definito attacco politico, opportunamente diretto. Da chi? Forse
funzionari del ministero?