Nel corso della discussione in seno al Consiglio grande e generale di San Marino per la modifica della legge sulle armi ed esplosivi della Repubblica del Titano, la politica della città-Stato non ha risparmiato critiche al governo italiano. Infatti, come è noto, mentre fino a qualche anno fa la vendita di armi storiche, sportive e da caccia nella Repubblica di San Marino era fiorente, oggi è in stato di assoluta crisi: sono rimasti solo 7 gli operatori commerciali, che sono anch’essi a rischio chiusura perché non è più considerato valido il reciproco riconoscimento dei titoli validi per l’acquisto tra San Marino e lo Stato italiano. “Stiamo subendo una discriminazione inaccettabile alla luce dei rapporti di collaborazione che abbiamo sempre garantito e che l'Italia non mette mai in campo”, ha commentato Gian Nicola Berti di Noi Sanmarinesi. “Ci stiamo facendo mille problemi”, puntualizza, “mentre in Italia qualunque cittadino sammarinese può acquistare armi per poi importarle liberamente a San Marino”.
Nel corso della discussione in seno al Consiglio grande e generale di San Marino per la modifica della legge sulle armi ed esplosivi della Repubblica del Titano, la politica della città-Stato non ha risparmiato critiche al governo italiano