Pubblichiamo in anteprima il testo integrale (provvisorio) del ddl presentato da Walter Verini (Pd) lo scorso 4 aprile alla camera dei deputati. Rispetto alle anticipazioni del Sole 24 ore, è persino peggio…
La lettura del testo (provvisorio) integrale del ddl presentato lo scorso 4 aprile alla Camera dei deputati dal parlamentare Pd Walter Verini, è se possibile ancor più sconfortante di quanto già non lasciasse presagire l’anticipazione fornita poche ore fa dal Sole 24 ore: come si può notare scaricando l’allegato, si tratta in pratica di una offensiva a tutto campo nei confronti dei legali possessori di armi, condensata in un provvedimento che, oltre a lasciare quantomeno perplessi da un punto di vista del rispetto delle norme costituzionali, desta particolari perplessità anche sulla effettiva praticabilità da parte degli uffici di pubblica sicurezza preposti. Per esempio, e in tutta la storia della Repubblica non era mai capitata una cosa del genere, per verificare che effettivamente il possessore di un porto di fucile per Tiro a volo pratichi davvero l’attività sportiva, udite udite, si prescrive che il questore sottoponga il cittadino (come?) a controlli periodici “non superiori a un mese”. Capito? Se vi rompete un braccio (40 giorni di prognosi, se non ci sono complicazioni), le armi ve le scordate! O diventate un tiratore provetto, che tutte le domeniche va al Tsn a esercitarsi, oppure via, zac! Stracciato il porto d’armi e non se ne parla più. Ma ce li vedete, voi, i questori della Repubblica, a controllare su base mensile tutti i singoli possessori di un porto di fucile per Tiro a volo? Ma hanno una seppur vaga idea i firmatari di tale ddl di quanti siano in Italia i possessori di tale porto d’armi? Be’, se non lo sanno è il caso che qualcuno glielo dica, sono 584.978 (dati ufficiali ministero dell’Interno 2017). Ma come si può avere anche solo l’idea di proporre una cosa del genere, salvo che per assicurarsi effettivamente che chiunque non sia un campione di rango olimpico non possa più detenere un’arma? Ma davvero, poi, pensano veramente che le questure italiane abbiano tempo e risorse da dedicare a queste sciocchezze?
Altre “perle” contenute nel ddl sono il “taglio” delle armi detenibili senza licenza di collezione da 3 comuni e 12 sportive a una sola comune e 3 sportive. Perché, come è noto, se un aspirante uxoricida non ha almeno due pistole classificate armi comuni, la moglie non la uccide. A poco evidentemente è servito assistere ai (limitatissimi, per fortuna) casi di cronaca di questi anni: Calderini (2003) a Milano aveva una pistola; Traini (2018) a Macerata aveva una pistola. E pazienza se invece per alcune centinaia di migliaia di appassionati, questo limite draconiano significhi in pratica dover fare quotidianamente o quasi la spola tra casa e commissariato per estrarre e reinserire le armi dalla licenza di collezione ogni volta che si cambia specialità di tiro. Tanto, mica pagano loro, no?
Particolarmente straordinario anche l’accorciamento del termine utile per presentare la denuncia dopo l’acquisto di un’arma, dalle attuali 72 ore, a sole 12 ore. E pazienza se i commissariati di polizia sono aperti cinque giorni la settimana (talvolta solo la mattina): se tu le armi le puoi comprare solo il sabato, vuol dire che sei un pericoloso maniaco omicida e quindi non le compri! Solo un libero professionista le può comprare, chiaro? Guai ai lavoratori dipendenti armati!
Per concludere (ma ce ne sarebbe per un libro intero…), non si può non notare un grande ritorno, cioè quel famoso “collegio medico” per la verifica dei requisiti psicofisici, composto “da tre medici, pubblici dipendenti, di cui almeno uno specialista in neurologia e psichiatria”. Per chi se lo fosse dimenticato, questo era uno dei cavalli di battaglia di uno dei più sciagurati e ottusi ddl in materia di armi che fosse mai stato proposto in parlamento, cioè il ddl Amati-Granaiola, sempre “partorito” dal Pd. E per chi se lo fosse dimenticato, l’idea del “collegio” era talmente vincente che gli stessi professionisti del settore (psicologi, neurologi e psichiatri) avevano fatto a suo tempo presente che non esistevano semplicemente sufficienti professionisti in tutta Italia, per riuscire a gestire i numeri dei porti d’arma italiani, tanto più se la cadenza diventasse annuale, per tacere del fatto che gli stessi professionisti avevano chiarito che da una semplice visita non fosse possibile discernere determinate patologie. Ovviamente fiato sprecato.
Conclusioni? Agghiacciante il completo disinteresse per l’evidente contrasto di alcune norme contenute in questo ddl rispetto alla carta costituzionale: come si fa, per esempio, a conciliare i principi di libertà personale sanciti dalla Costituzione con l’obbligo di avvisare del fatto che si stanno per acquistare armi anche ex conviventi di relazioni finite da tempo? Ma stiamo scherzando davvero? Ma come può essere stata partorita una simile abnormità? Agghiacciante che si sia deciso di partorire un ddl del genere nel più totale disprezzo del buon senso, dell’attività quotidiana delle forze dell’ordine e delle questure, del mondo reale in cui tutti viviamo e, in definitiva, del ridicolo.
Per leggere il testo (provvisorio), CLICCA sull’allegato