Emergono dettagli sempre più sconcertanti nell’assassinio annunciato di Deborah Ballesio, uccisa a Savona dall’ex marito: aveva fatto domanda di porto di pistola per difesa personale, ma la richiesta era stata respinta
Emergono nuovi particolari sul drammatico (e plateale) omicidio di Deborah Ballesio a Savona, da parte dell’ex marito: secondo quanto riportato dal Secolo XIX, infatti, la donna che era vessata da anni da comportamenti a dir poco persecutori da parte dell’ex marito, aveva fatto richiesta del porto di pistola per difesa personale, ma tale richiesta era stata respinta dalla prefettura perché la donna non avrebbe avuto i “requisiti”. Questo secondo quanto dichiarato dal legale che aveva seguito le vicende della povera vittima. In altre parole, se tali affermazioni risulteranno confermate, dopo che la donna aveva sporto denuncia per 19 (diciannove) volte nei confronti dell’ex marito, colpevole (perché condannato in via definitiva) del rogo di un locale di sua proprietà e anche del suo appartamento, evidentemente per i funzionari della prefettura non c’era motivo di pensare che la situazione potesse degenerare. Deborah aveva comunque ottenuto il porto di fucile per Tiro a volo ed era anche diventata istruttrice di tiro ma, come è noto, il porto di fucile per Tiro a volo non consente di portare con sé l’arma carica. Quindi Deborah, che evidentemente rispettava le leggi (giacché se non le rispetti, non puoi avere NESSUN porto d’armi), la pistola l’aveva a casa. Il suo ex marito, pregiudicato ed ex galeotto, che invece le regole evidentemente non sentiva l’esigenza di seguirle, non aveva il porto d’armi, ma la pistola invece sì. Carica e addosso. La conseguenza è che Deborah, adesso, è morta. È morta a soli 39 anni, nel pieno della sua vita, perché evidentemente per lo Stato quando denunci la stessa persona per 19 volte, non esiste alcun motivo per sentirsi minacciati da quella persona. Perché, come ripetono sempre i disarmisti d’accatto, quando ci si trova nei guai bisogna “chiamare le forze dell’ordine”, mica “farsi giustizia da sé”, altrimenti sarebbe “il far west”. È strano, in effetti, che dopo aver incassato sei colpi di pistola (uno dei quali alla testa), la povera Deborah non abbia tirato fuori il cellulare per comporre il 112. Magari, se invece del cellulare avesse avuto una pistola, una volta visto l’ex avvicinarsi con lo sguardo stravolto e un’arma puntata, sarebbe riuscita a difendersi e, quindi, a sopravvivere. Magari no. Difficile saperlo a questo punto, vi pare? Di certo c’è che lo Stato non può permettere che una Deborah qualsiasi giri armata. Eh, no. Poi le statistiche di fine anno, dalle quali trionfalmente deve risultare che i porti d’arma per difesa personale sono meno di quelli dell’anno precedente, altrimenti non tornano. Lo Stato può, però, permetterle di morire. Quello sì, non costa niente. Anzi, servirà a fare statistica sui femminicidi, per studiare nuove restrizioni in materia di armi.
Ecco, alla fine è così: i benpensanti parlano di ciò che non conoscono e men che meno capiscono. Lo Stato pensa alle statistiche. E la gente per bene, muore.