Fausto Filippone, omicida di moglie e figlia, aveva chiesto il Tav? Ma non ne ha certo avuto bisogno per il suo folle piano…
Fausto Filippone, il 49enne di Chieti che ha orribilmente scagliato giù da un cavalcavia la figlioletta di 10 anni per poi lanciarsi allo stesso modo e si sospetta che abbia ucciso anche la moglie nelle ore immediatamente precedenti, alcuni mesi prima di attuare il suo folle piano aveva richiesto il porto di fucile per Tiro a volo: è questa la notizia che viene data dalle fonti di informazione generaliste in queste ore. Una informazione “suggestiva” e “buttata lì” che sembra avere l’unico scopo di attizzare le polemiche sulla presunta “facilità” di ottenere lecitamente un’arma. Che, tuttavia, in questo caso rischia in effetti di trasformarsi in un boomerang per i fautori della tesi “meno armi ai cittadini, meno delitti”. Non è infatti chiaro se Filippone avesse poi ottenuto quanto richiesto, se fosse ancora in attesa di rilascio o se l’autorizzazione gli fosse stata negata, quello che è certo è che, purtroppo, questo padre di famiglia all’apparenza senza ombre né problemi di tipo economico o famigliare, il modo di attuare il suo crudele e insensato progetto lo ha trovato ugualmente. Il che è, purtroppo, la dimostrazione (ottenuta nel modo peggiore) da un lato che le armi non sono così “facili”, dall’altro che la non disponibilità di un’arma da fuoco non impedisce il verificarsi di femminicidi e stragi famigliari.