Firearms united ha analizzato il database degli omicidi commessi con armi legalmente detenute diffuso con enfasi dall’Opal. Scoprendo che l’accuratezza della ricerca lascia perlomeno a desiderare…
Firearms united ha analizzato il database diffuso con grande enfasi nelle scorse settimane dall’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia, riscontrando in effetti una notevole discrepanza rispetto ai dati diffusi. In particolare, dei 51 cosiddetti omicidi commessi con armi legalmente detenute riportati da Opal e utilizzati per chiedere norme più stringenti sul rilascio delle licenze e sulla detenzione civile di armi, 3 in realtà sono stati commessi con armi illegali, 5 sono stati identificati come suicidi concordati e non come omicidi, 2 sono stati commessi da militari con armi d’ordinanza (non soggette ad alcun rilascio di licenza), 5 sono stati commessi con armi sottratte al legale detentore non colpevole, però, di omessa custodia (quindi con scasso eccetera). Nel caso di due delle 5 vittime, inoltre, si trattava di omicidio eutanasico. Dei restanti 36 casi confermati, quattro risultano omicidi eutanasici e uno risulta un incidente.
“Questa è la serietà con cui si tenta di screditare una intera categoria, più di 4 milioni di cittadini”, ha commentato il presidente di Unarmi, Giulio Magnani.
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