Sempre più sgangherata la vicenda del “buyback” delle armi in Nuova Zelanda: violato il sito con le informazioni anagrafiche dei cittadini che hanno consegnato le armi
La vicenda relativa alla procedura di consegna obbligatoria, in Nuova Zelanda, di certe tipologie di armi dopo la strage di Christchurch, assume contorni sempre più sgangherati. Al di là dei finora modesti risultati conseguiti dalle autorità pubbliche in termini numerici (meno del 20 per cento delle armi risulta essere stato consegnato e la scadenza è ormai prossima), si è verificato un ulteriore problema che, questa volta, coinvolge proprio i cittadini che hanno già aderito al precetto di polizia e si sono attivati per la consegna delle armi. Per effettuare la procedura di consegna occorre compilare un modulo che prevede, ovviamente, una serie di dati personali e sensibili, la compilazione può avvenire in forma cartacea negli uffici di polizia oppure on-line, attraverso una apposita piattaforma. Ebbene, pochi giorni fa è risultato che tale piattaforma, in seguito a un aggiornamento software (peraltro non autorizzato dalla polizia), è risultata “aperta” alla possibilità di furto dei dati contenuti. In seguito a questa falla di sicurezza il portale è stato messo off-line e la procedura potrà, in questi giorni, essere effettuata solo per via cartacea.
Risulta piuttosto evidente che questo tipo di falla non soltanto espone i cittadini i cui dati fossero presenti nel database al furto di identità elettroniche, ma potrebbe anche esporli a rischi per l’incolumità personale: molti di questi cittadini, infatti, oltre ai tipi di armi che hanno dovuto consegnare alle autorità sono proprietari anche di armi rimaste legali e conoscere la loro identità e il loro indirizzo potrebbe consentire a criminali e malintenzionati di effettuare furti o rapine “mirati” proprio a impadronirsi delle loro armi.
Il problema informatico (dovuto, a quanto pare, a un errore umano), tra l’altro, capita proprio a ridosso della scadenza del termine per la consegna delle armi (20 dicembre), in un periodo nel quale è lecito prevedere un notevole aumento delle richieste, visto proprio il fatto che finora a consegnare le armi è stata una minoranza di cittadini.
In seguito a questo problema, un gruppo di 40 possessori di armi ha inscenato una protesta nei confronti della primo ministro neozelandese Jacinda Ardern, nel corso di una cerimonia per l’inaugurazione di una scuola primaria di Auckland. “I nostri dati personali sono stati violati”, ha dichiarato la portavoce della protesta, Victoria O’Brien, “ciò ci espone a furti di identità e ad assalti criminali. Il primo ministro deve assumersi le proprie responsabilità, sia lei sia il ministro per la polizia Stuart Nash hanno rifiutato di scusarsi per l’accaduto. Noi pretendiamo scuse ufficiali e vogliamo che il ministro Nash si dimetta. Il primo ministro sta inaugurando una scuola? Ebbene, i nostri figli sono a rischio grazie agli errori delle autorità”.