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] La Glock 21 è una delle versioni più “voluminose” dell’ormai famigerata semiautomatica austriaca, insieme al modello 20 in calibro 10 mm auto. Il pesante carrello è largo 32,5 millimetri, mentre i carrelli delle semiautomatiche austriache in 9 mm, .357 Sig e .40 S.&W. sono larghi 30 mm a prescindere dal modello (dai subcompact con canna di 88 ai long slide con canna di 153 millimetri). Più voluminosa risulta anche l’impugnatura, data l’altezza di caricamento della .45 Acp e della 10 mm auto, rispettivamente di 32,0 e 32,3 millimetri. Per la terna di calibri più piccoli, l’altezza massima di caricamento varia tra i 28,8 della .40 S.&W. e i 29,6 millimetri della 9 parabellum. Lo scotto del fusto panciuto della modello 21, dovuto al notevole diametro del bossolo .45 Acp, è, però, ripagato dall’elevato volume di fuoco di 13+1 colpi. La Glock 21 è una pistola semiautomatica con chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato e scatto in semi Doppia azione, denominato Safe-action. La canna, lunga 117 mm, ha rigatura poligonale a otto principi destrorsi. La molla di recupero, a spirale, ha sezione piatta ed è vincolata alle estremità all’asta guidamolla, che è di materiale plastico. Il caricatore è bifilare, in polimeri, ad andamento alternato con presentazione singola della cartuccia: ha una struttura interna in metallo e presenta posteriormente una serie di undici fori per il controllo delle munizioni residue. Il pulsante di ritegno è posizionato alla base del ponticello, sul lato sinistro, a portata del pollice della mano destra. Non è reversibile per l’ utilizzo da parte dei tiratori mancini. Al fusto in polimeri si deve il peso contenuto della pistola, pari a 833 grammi scarica. Tuttavia, 14 cartucce calibro .45 Acp con palla di 230 grani pesano, circa, 300 grammi e il peso complessivo dell’arma carica supera, quindi, i 1.100 grammi, un valore al limite per il porto occulto. Da segnalare la consistenza del carrello, che pesa 473 grammi. Nel fusto in polimeri alloggiano diversi elementi metallici: le guide a lamina di scorrimento del carrello anteriori e posteriori, i componenti del sistema di scatto, la piastrina con il numero di matricola inserita nel dust cover e il blocchetto di arresto della canna. Quest’ultimo è fermato dal perno del grilletto, ma appoggia anche su un secondo perno di rinforzo, che fino a qualche tempo fa mancava sui modelli 17L, 17, 17C, 19 e 19C in 9×21 e sul modello 25 in 9 mm corto. La natura dei materiali impiegati per la realizzazione rende il fusto relativamente elastico rispetto a quelli in metallo, il che addolcisce le reazioni allo sparo. Da apprezzare l’asse di canna molto basso, che riduce il rilevamento e migliora la controllabilità. L’ insensibilità del fusto alle temperature estreme permette di effettuare allenamenti prolungati anche in presenza di caldo torrido senza che il surriscaldamento di canna e carrello interessi l’impugnatura. La chiusura è determinata dall’inserimento della camera di scoppio, di conformazione prismatica, nella finestra di espulsione. Allo sparo, canna e carrello arretrano per un breve tratto vincolati reciprocamente. Quindi, l’ interazione tra un piano inclinato ricavato nell’appendice inferiore della camera di scoppio e il blocchetto di arresto della canna ubicato nel fusto causa l’abbassamento della culatta. La canna si svincola dal carrello e si arresta, mentre l’otturatore, proseguendo la sua corsa, estrae ed espelle il bossolo spento. La distensione della molla di recupero provoca il ritorno in avanti del carrello, che preleva una nuova cartuccia dal caricatore, la camera e riporta la canna in posizione avanzata, ripristinando la chiusura. Nella fase di completamento della chiusura della slitta otturatore, il percussore non protrude dal foro di egresso ricavato nel carrello, quindi non intralcia il prelievo della nuova cartuccia né può toccare l’innesco della cartuccia camerata. Infatti, l’arretramento del carrello aziona il disconnettore, quindi la stanghetta di scatto, abbassatasi per rilasciare il percussore allo sparo, si risolleva. Durante il ritorno del carrello, la stanghetta aggancia il percussore e lo trattiene in permanenza in posizione di lieve arretramento. A prevenire lo sparo accidentale intervengono anche il blocco automatico al percussore e la sicura automatica al grilletto, fulcrata in posizione centrale. L’estrattore presenta un risalto quadrato che protrude dal carrello quando c’è il colpo in canna, che funge da avvisatore visivo e tattile della cartuccia camerata. Per verificare lo stato dell’arma sotto stress, comunque, la migliore soluzione rimane a nostro giudizio l’apertura del carrello. La palese inutilità della sicura manuale rende le operazioni di maneggio essenziali: per rendere l’ arma operativa si inserisce il caricatore e si camera la cartuccia, quindi l’ arma può essere direttamente riposta in fondina. Una volta estratta è pronta al fuoco, senza necessità di azionare alcun comando. L’utente non deve preoccuparsi di verificare l’armamento del cane, non si devono azionare comandi di sicura o disarmo. A un primo sguardo, la Glock 21 sembra spartana ma la qualità degli acciai è elevata e le finiture di canna e carrello sono ottime: né all’esterno né all’ interno si riscontrano segni di lavorazione apprezzabili. Il trattamento protettivo superficiale, denominato Tenifer, si distingue per la straordinaria resistenza all’ossidazione che, nel corso degli anni, abbiamo avuto modo di verificare concretamente. Eleva l’affidabilità il numero ridotto dei componenti, circa una trentina, montati senza viti. La tacca di mira ha dimensioni contenute per facilitare il porto occulto ed è priva di spigoli vivi, che potrebbero arrecare danno al tiratore in determinate condizioni. Le due viti per la regolazione di altezza e derivazione sono visibili sul lato destro. Il mirino, in materiale plastico, è sostituibile con facilità. La conformazione squadrata migliora precisione e velocità di acquisizione. Per il tiro in condizioni d’illuminazione precarie è applicato un contorno bianco del traguardo posteriore, cui corrisponde il grosso dot del mirino, sempre di colore bianco. L’installazione di congegni di mira ausiliari è resa possibile dalle guide del dust cover con relativa scanalatura trasversale di fermo, ricavata davanti alla placchetta metallica, sulla quale è riportato il numero di matricola. Lo scatto richiede una certa assuefazione, poiché differisce sia dalla Singola sia dalla Doppia azione tradizionali. Dovendo armare il percussore lanciato a ogni colpo, ha peso e lunghezza costanti ed è privo di precorsa. Il peso, di 2.500 grammi circa, è distribuito in modo abbastanza omogeneo sulla corsa del grilletto e solo in prossimità del rilascio del percussore si avverte un certo aumento della resistenza. Tale aumento viene meno se si monta il disconnettore alleggerito (disponibile come optional). L’assenza del collasso di retroscatto, facile a verificarsi con lo scatto in bianco, permette di sfruttare l’elevata precisione intrinseca dell’ arma. Per le prove pratiche abbiamo utilizzato cartucce Winchester con palla ogivale blindata (Fmj) di 230 grs e ricariche assemblate con bossoli Fiocchi, inneschi Cci large pistol e polvere Sipe N. Sono state utilizzate palle Fiocchi Fmj di 230 grs e Fmjfn di 200 grs, dietro le quali abbiamo caricato rispettivamente 6,4 grs e 7,5 grs di Sipe N, nonché palle Northwest in lega troncoconiche (Fpbb) spinte da una dose di 5,5 grs di Sipe N. Sebbene non siano massime, le dosi indicate per le ricariche con palla blindata forniscono velocità ed energie cinetiche di rilievo, che evidenziano le possibilità della .45 Acp interpretata in chiave moderna: è nostra opinione che sia superfluo, comunque, il ricorso a dosi superiori per un utilizzo costante. Le Winchester 230 grs Fmj esprimono le prestazioni delle classiche hardball (247 m/sec, per 46 kgm di energia). La cameratura è stata fluida, a prescindere dalla forma del proiettile e dal livello di caricamento: l’estrazione e l’espulsione dei bossoli spenti sono state decise e regolari anche con le munizioni meno potenti. Dai bossoli di risulta abbiamo rilevato normali tracce di affumicatura nonché l’assenza di sfiancamenti anelastici di rilievo, anche quando gli stessi bossoli sono stati impiegati per assemblare le ricariche più forti. Centrate e di buona potenza le impronte di percussione. Durante il tiro raccomandiamo di stringere con forza l’impugnatura tra le mani, per scongiurare il rischio di inceppamenti dovuti a una presa non salda, data la leggerezza dell’arma e la corposità delle reazioni allo sparo. Con una presa decisa, inoltre, l’assetto dell’arma in punteria non risente della trazione sul grilletto al momento dello sparo (nonostante il peso dello scatto sia “da difesa”) e i risultati in termini di raggruppamento della rosata sono migliori. Con all’attivo 265 m/sec, le ricariche con la palla Fiocchi ogivale blindata di 230 grs hanno erogato un’energia di 53 kgm. Decisamente potente si è dimostrata anche l’altra ricarica con palla blindata, che ha spinto il proiettile Fiocchi Fmjfn di 200 grs a 301 m/sec, erogando 60 kgm. Le ricariche con la palla in lega troncoconica Northwest, assemblate con l’intento di ottenere una munizione poco stressante per il tiro, hanno fornito un’energia di 42 kgm, alla quale corrisponde una velocità media di 241 m/sec. Prove di precisione sono state effettuate dalla distanza di 25 metri in tiro lento mirato, con impugnatura a due mani, senza appoggio. Con le munizioni blindate le rosate sono state molto concentrate, solo con le ricariche assemblate con la palla in lega Northwest i risultati sono stati inferiori, forse per il peculiare tipo di rigatura delle armi Glock. Con piccole correzioni in alzo e brandeggio la tacca è stata regolata in modo perfetto per le nostre esigenze. Il centro di rosata ha evidenziato una variabilità contenuta in funzione della munizione impiegata. La Glock 21 spara veramente bene e costituisce un’ottima scelta per l’appassionato di armi moderne che desidera una .45 per il tiro, anche se non è semplice sfruttarne appieno la notevole precisione intrinseca. All’acquisto invoglia il rapporto qualità-prezzo, che al momento è imbattibile. Nel tiro rapido si avverte la differenza di comportamento dell’arma a seconda che si usino cartucce leggere con palla piombo o munizioni esasperate con palla blindata. Con le prime il rinculo non è punitivo, il rilevamento è relativamente mite e la concentrazione della rosata è ottima anche sparando in velocità da distanze elevate. Con le ricariche con le due palle blindate Fiocchi, il rinculo secco e il rilevamento marcato rallentano il ritorno in batteria. A favore della controllabilità giocano l’ampia superficie di presa dell’impugnatura, il posizionamento basso della canna (minore rilevamento) e la relativa elasticità del fusto in polimeri, che contribuisce a mitigare la secchezza delle reazioni allo sparo. La differenza di comportamento dinamico si avverte anche a caricatore pieno rispetto all’esplosione degli ultimi colpi. Il trigger reach si attesta su valori consoni anche ai tiratori con mani piccole per i quali, però, è più difficile evitare il contatto della parte interna dell’ indice con il fusto panciuto. L’assenza di comandi manuali di sicura o disarmo, che semplifica il maneggio, è ideale nelle condizioni pratiche di utilizzo ma ritorna utile anche in poligono. L’assenza di comandi e leve sporgenti o spigolose è vantaggiosa per il porto occulto. La full size Glock modello 21 calibro .45 Acp ripropone immutata l’organizzazione meccanica che ha reso le semiautomatiche austriache affidabili e sicure. Le dimensioni importanti sono giustificate dal volume di fuoco. L’assenza di comandi manuali di disarmo e sicura, la rapidità d’impiego, la leggerezza del fusto in polimeri, ma anche l’ assetto raccolto che eleva la controllabilità, la resistenza all’ossidazione e l’accessibilità immediata a tutti i componenti, pongono la modello 21 al top del segmento di appartenenza, cioè la difesa personale, senza disdegnare il tiro informale. Ottima scelta per il porto manifesto, l’arma in prova ha peso al limite per il porto occulto. L’elevata precisione intrinseca la rende appetibile per l’appassionato delle armi comuni di grosso calibro, il quale è ulteriormente allettato dal rapporto qualità-prezzo favorevole. [
] L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di ottobre 2003. [
] Produttore: Glock GmbH, po box 9, A-2232 Deutsch-Wagram, Austria, tel. 00.43.22.47.90.30.00, fax 00.43.22.47.90.30.03.12 Importatori: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 04.71.80.30.00, fax 04.71.81.08.99, www.bignami.it, email@bignami.it; G. Demarchi & C. srl, via G. Bidone 10, 10125 Torino, tel. 01.16.55.659, fax 01.16.68.78.84, info@gdemarchi.it; Paganini sas, c.so Regina Margherita 19 bis, 10124 Torino, tel. 01.18.17.78.60, fax 01.18.35.418, www.paganini-to.it, mail@paganini-to.it Modello: 21 Tipo: pistola semiautomatica Calibro: .45 Acp Meccanica: chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato Alimentazione: caricatore bifilare con presentazione singola della cartuccia Numero colpi: 13+1 Scatto: semi Doppia azione denominata safe-action Percussione: percussore lanciato Sicura: automatica al percussore, automatica al grilletto Canna: lunga 117 mm, rigatura a otto principi destrorsi Mire: tacca di mira regolabile in altezza e derivazione, mirino fisso Lunghezza totale: 193 mm Altezza: 139 mm Spessore: 32,5 mm Linea di mira: 172 mm Peso: 833 grammi con caricatore vuoto Materiali: canna e carrello in acciaio, fusto in polimeri ad alta resistenza Finitura: nera opaca antiriflesso Numero del Catalogo nazionale: 10.392 (arma comune) Prezzo: 706 euro, Iva inclusa