Il 20 ottobre, l’amministrazione comunale di Vicenza ospiterà un convegno dal titolo “Le armi comuni in Italia e nell’Unione Europea: dati, analisi e prospettive”, sotto l’egida di Rete italiana per il disarmo e l’Opal (Osservatorio permanente sulle armi leggere). L’obiettivo di più breve periodo è quello di definire un “regolamento generale” per la fiera di Vicenza Hit show “capace di concretizzare l’assunzione di responsabilità etica e sociale che tale manifestazione fieristica implica”. Interverranno Filippo Bubbico (Viceministro dell’Interno), Eugenio Soldà (Prefetto di Vicenza), Gaetano Giampietro (Questore di Vicenza), Nicola Perrotti (vicepresidente dell’Associazione nazionale produttori di armi e munizioni sportive e civili, Anpam), Matteo Marzotto (Presidente Fiera di Vicenza), Giorgio Beretta (Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere di Brescia). Il dibattito sarà moderato da Isabella Sala (Assessora alla Comunità e alle Famiglie).
«Già dal gennaio 2015 – ha dichiarato Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della Rete italiana per il disarmo – in occasione della prima edizione del salone nazionale Hit show le nostre associazioni insieme a numerose realtà vicentine hanno intrapreso un’interlocuzione con l’Amministrazione Comunale per mettere in evidenza quelle che a nostro avviso rappresentano delle criticità della manifestazione fieristica e per avanzare due proposte: promuovere un momento di studio e confronto sulla diffusione e commercializzazione delle armi comuni e predisporre delle regole più stringenti riguardo all’accesso del pubblico, in particolare dei minori, e riguardo alle armi e ai materiali esposti».
In particolare, in diversi comunicati e incontri pubblici svoltisi a Vicenza, Rete Disarmo e Opal Brescia hanno evidenziato che Hit Show, esponendo in un unico evento fieristico armi per la difesa personale insieme a quelle per le attività venatorie, per il tiro sportivo e per il collezionismo, consentendo l’accesso al pubblico senza limiti di età (anche ai minori purché accompagnati) e la diffusione di materiali propagandistici senza alcuna restrizione, “sta facendo, consapevolmente o meno, un’operazione di tipo ideologico-culturale che si configura come una promozione delle armi di ogni tipo, escluse quelle per specifico impiego militare”. Le due associazioni ritengono questa operazione “inammissibile se non viene associata a un’approfondita riflessione culturale sulla diffusione delle armi e sulle normative che regolamentano il settore e soprattutto a una regolamentazione da parte di Hit show: in tal senso sono state avanzate all’Amministrazione comunale specifiche proposte”.