La denuncia arriva dal Sap: pochissime le mascherine fornite dall’amministrazione, per garantire il servizio i poliziotti devono acquistarle privatamente… con l’Iva al 22 per cento!
È il presidente nazionale del Sindacato autonomo di polizia (Sap), Stefano Paoloni, a lanciare il grido d’allarme, ripreso sulle pagine de Il giornale: per gli operatori della polizia di Stato, i presidi sanitari per la lotta al Coronavirus sono giunti con il contagocce, sia per quanto riguarda le mascherine sia per quanto riguarda i guanti e i gel igienizzanti, per di più questi ultimi già scaduti. Per continuare a fare il proprio lavoro, nell’interesse della collettività, occorre provvedere in proprio. “A Torino, a dimostrazione della scarsità delle risorse è stata data disposizione che su una pattuglia da due la mascherina venga utilizzata solo da un poliziotto e che quelle più sicure, vale a dire le FFP3 e le FFP2 vengano utilizzate solo nel caso ci si trovi davanti a persone con evidenti sintomi. Ma per noi è molto difficile prevedere prima di un intervento a cosa sia stia andando incontro. Quasi impossibile”, ha denunciato Paoloni. Da qui, la necessità da parte del sindacato di acquistare privatamente le mascherine, con l’ulteriore beffa di riscontrare il “carico” dell’Iva al 22 per cento, come un qualsiasi bene “voluttuario”. “Pagare il 22% di Iva sugli acquisti ci costringe, date le nostre risorse minime, ad acquistarne il 20% in meno”, sottolinea Paoloni. Per questo, il Sap ha indirizzato una lettera al presidente del consiglio Giuseppe Conte, evidenziando come, vista l’emergenza sanitaria, tutto il materiale sanitario costituisca un bene primario e, quindi, “azzerare l’Iva su tali prodotti sarebbe una misura concreta di sostegno nei confronti degli operatori della sanità e delle forze dell’ordine esposti al contagio”.