Anche il crimine in quarantena a causa delle misure dell’esecutivo per contenere la pandemia. I dati del ministero dell’Interno relativi al periodo dal 1° al 22 marzo
Le misure adottate per contenere la diffusione del virus covid-19 hanno determinato una limitazione degli spostamenti delle persone fisiche e confinato gli italiani in casa, con l’inevitabile risultato di limitare anche la delittuosità. I dati raccolti e analizzati dal ministero dell’Interno nel periodo dal 1° al 22 marzo 2020 registrano un’evidente diminuzione del trend sull’intero territorio nazionale: 52.596 delitti nel 2020 a fronte dei 146.762 commessi nel 2019. Nei primi 22 giorni di marzo i crimini in Italia sono calati del 64,2% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Stando al report del ministero il calo riguarda soprattutto reati come lo sfruttamento della prostituzione (-77%), le violenze sessuali (-69%), i furti in genere (-67,4%), i furti in abitazione (-72,5%), i furti con destrezza (-75,8%), le rapine in uffici postali (-73,7%). Meno marcato, ma comunque consistente, il calo delle rapine (-54,4%) e dei reati connessi agli stupefacenti (-46%).
Anche i maltrattamenti in famiglia registrano una diminuzione inferiore rispetto ad altri reati (-43,6%). Stesso discorso per i furti e le rapine alle farmacie (-13,8% e -24,6%). Appena 8 gli omicidi volontari: deciso decremento (-65,2%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, nel periodo in esame, sono stati commessi 5 omicidi con vittime di sesso femminile (erano 8 nel 2019) e 5 in ambito familiare affettivo (9 nel 2019). Tra questi, 4 hanno riguardato vittime di sesso femminile.
Com’era prevedibile, tra le regioni in cui c’è stato un calo maggiore dei crimini figurano Lombardia e Veneto, le prime in cui sono state adottate misure restrittive per contenere il virus. In Lombardia, la regione con il maggior numero di reati (8.541) nel periodo 1-22 marzo, il calo è stato del 70% rispetto al marzo 2019 (28.746). Allo stesso tempo il Viminale ha annunciato un aumento dei reati informatici, connessi in particolare a un uso imprudente dei social network, senza però fornire dati a proposito.
“Voglio ringraziare tutti gli italiani che in queste settimane stanno dimostrando un grande senso di responsabilità”, ha commentato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese al Giornale radio Rai, ieri 27 marzo: “I dati sui controlli e sulle denunce dimostrano che la stragrande maggioranza degli italiani è stata da subito consapevole della gravità della situazione e si è comportata di conseguenza”. E ha aggiunto: “Da oggi chi non rispetta le regole sarà sottoposto non più a una sanzione penale, ma amministrativa da 400 a 3.000 euro”.
È di tutta evidenza che non c’è stata materialmente la possibilità per commettere molti reati, con gli italiani nelle case e i controlli di polizia ed esercito sul rispetto dell’isolamento. Da segnalare soltanto il rischio, già manifestatosi nel Sud del Paese, per rivolte sociali e fenomeni di violenza legati ai problemi economici.