Il vicepresidente del Consiglio della Federazione russa, Aleksandr Torshin, ha rilasciato dichiarazioni piuttosto forti sul diritto dei cittadini russi ad avere più facilmente la licenza di porto d’armi: con la presentazione di un rapporto sulla riforma della normativa sul porto d'armi, ha infatti commentato che "Le armi danno disciplina. Il possesso delle armi disciplinerà i russi e cambierà in meglio la società, perchè allora si eviterà di fare cose assurde, e questo riguarda anche le forze dell'ordine". Torshin si è riferito in particolare ai troppi casi di soprusi da parte della polizia, motivo di pessima fama ed endemica sfiducia nelle forze dell'ordine russe.
L'idea del senatore, che cita tra gli esempi positivi gli Stati Uniti, "dove tutti sorridono", è appoggiata apertamente dai Liberal-democratici dell'ultranazionalista Vladimir Zhirinovsky. È invece osteggiata dall'opposizione di Giusta Russia, mentre – dice lui – al Cremlino "al riguardo sono tranquilli, non sostengono né si oppongono".
La presentazione del rapporto è stata anche occasione per fare il punto sugli aspetti economici della questione. Secondo gli esperti, la legalizzazione delle armi di piccolo calibro in Russia frutterebbe sino a tremila miliardi di rubli (75 miliardi di euro) tra vendite, licenze, assicurazioni e prospettive di esportare nel giro di pochi anni nuovi modelli di armi di produzione russa. Solo il porto d'armi equivarrebbe a 2,5 miliardi di rubli l'anno per le casse statali.