Stoppate le ipotesi di intervento, sul decreto 79 del 20 giugno, in commissione Affari costituzionali della camera dei deputati, da fonti vicine al presidente della 4ª Commissione permanente (Difesa), il senatore Valerio Carrara (nella foto, al tiro), apprendiamo il probabile destino della questione dopo catalogo. Uno specifico articolo del governo è stato discusso in commissione bilancio al senato ed è stato inserito nel decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini (la cosiddetta "spending review"), in corso di conversione in legge.
Questo il testo dell'unico articolo che dovrebbe essere blindato dal voto di fiducia apposto in entrambi i rami del parlamento.
Al fine di potenziare l'azione di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata e al terroriamo e rafforzare l'attività di prevenzione delle condotte illecite connesse all'uso delle armi: all'articolo 11 secondo comma, della legge 18 aprile 1975, n. 110, sono aggiunti i seguenti periodi: "Ai fini di quanto previsto dal primo periodo del presente comma, il Banco nazionale di prova verifica, altresì, la qualità di arma comune da sparo, compresa quella destinata all'uso sportivo, ai sensi della vigente normativa, anche in relazione alla dichiarazione del possesso di tale qualità resa dall'interessato, contenente anche la categoria di appartenenza dell'arma, di cui alla normativa comunitaria".
Pare quindi di capire che sarà il Banco di prova a occuparsi della verifica dei requisiti per l'immissione sul mercato di tutte le armi, senza però ricreare una sorta di catalogo nazionale con codici identificativi e compagnia bella, né alcun obbligo di consultarsi con commissioni e ministeri.