Sul Tg1 economia di ieri alle 14 è andato in onda un servizio sul comparto realizzato da Giuseppe Malara. È stato definito “uno dei settori di punta dell’industria italiana quello venatorio armiero sportivo”. Un settore che produce un impatto di 7,9 miliardi di euro cioè lo 0,51% del Pil nazionale, vi operano 232 aziende dirette cui vanno aggiunte oltre 2.000 aziende impegnate nella distribuzione e nelle forniture. Il settore sviluppa un’occupazione per oltre 94.000 addetti. Intervistato, Nicola Perrotti, presidente di Anpam-Confindustria, riferisce che «il 95% della produzione è rivolto all’esportazione, 75-80% addirittura negli Stati Uniti». L’Italia è al primo posto in Europa per la produzione di armi sportive-venatorie con una copertura del 60% dell’offerta comunitaria che arriva al 70% se si considerano solo le armi lunghe da caccia e tiro, è il più importante Paese al mondo esportatore di armi sportive. Sulle immagini che illustrano produzione, ricerca e sviluppo, reparto incisioni e Gun service di Beretta, giocando tra tecnologia e alto artigianato, la conclusione è affidata a Franco Gussalli Beretta (con un errore nei sottotitolo) che illustra il “prodotto-arma”: «Non deve guardare al passato, ma deve essere competitivo, quindi la tecnologia ci è venuta in aiuto per essere più efficienti nei processi produttivi, ma anche dal punto di vista qualitativo perché oggigiorno se si vuole competere sui mercati mondiali non si può non avere un prodotto al giusto prezzo di qualità eccellente».
L’Italia al primo posto in Europa per la produzione di armi sportive-venatorie. Intervistati il presidente di Anpam, Nicola Perrotti e Franco Gussalli Beretta.