Pierguido Vanalli della Lega Nord, relatore del decreto, ha confermato che la prossima settimana il decreto legislativo sull’attuazione della direttiva 2008/51/CE, relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi, sarà sottoposto a ulteriori valutazioni alla luce di audizioni informali già programmate e ha perciò chiesto al sottosegretario Alfredo Mantovano l’opportunità di poter disporre di un’ulteriore settimana di tempo per l’espressione del parere di competenza della commissione. Mantovano ha manifestato la disponibilità del governo ad attendere fino alla fine del mese di settembre, con l’auspicio di poter svolgere un lavoro quanto più possibile condiviso. Luciano Rossi, parlamentare del pdl, nonché presidente della Fitav, ha sottolineato «come ci si trovi di fronte a un tema delicato che necessita di tutti i dovuti approfondimenti da parte della commissione e a tal fine le audizioni programmate per la prossima settimana potranno dare un contributo importante».
Intanto, l’iter parlamentare non si ferma e nella seduta di mercoledì 15 settembre la V commissione Bilancio e Tesoro della camera ha espresso valutazione favorevole allo schema di decreto legislativo. La commissione, ovviamente, non si è espressa su questioni tecniche, limitandosi a verificare gli aspetti puramente finanziari collegati all’eventuale adozione, anche se su proposta del leghista Polledri è stata introdotta un’interessante apertura per le armi storiche e quelle sequestrate.
Giancarlo Giorgetti, presidente in sostituzione del relatore: «Per quanto attiene ai profili relativi alla copertura finanziaria del provvedimento, sia l’originaria norma di delega, prevista all’articolo 36, commi 2 e 3 della legge comunitaria, sia lo schema di decreto delegato sono assistiti da una generale clausola di non onerosità. Pur rilevando che la relazione tecnica allegata al provvedimento in esame ribadisce l’assenza di oneri per la finanza pubblica, ritiene, comunque, opportuno acquisire conferma da parte del governo circa l’idoneità della predetta clausola a garantire l’effettiva neutralità finanziaria delle norme.
«In particolare», ha aggiunto Giorgetti, «andrebbe confermato che le amministrazioni pubbliche interessate, alla luce dei compiti previsti dal testo, siano in grado di assicurarne l’espletamento nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e che l’utilizzo, per l’identificazione e la tracciabilità di armi e munizioni, del sistema informatico Gea, già individuato presso il ministero dell’Interno per la tracciabilità degli esplosivi e degli articoli pirotecnici, non necessiti di eventuali misure di implementazione, suscettibili di comportare oneri aggiuntivi a carico dell’amministrazione interessata. Ritiene, inoltre, che vada acquisita una conferma da parte del governo circa la possibilità che gli ulteriori adempimenti previsti, tra cui lo scambio protetto dei dati informatizzati tra il servizio sanitario nazionale e le forze dell’ordine previsto dall’articolo 6, comma 2, dello schema, siano espletati con le risorse attualmente disponibili, senza quindi oneri aggiuntivi per la finanza pubblica».
Il sottosegretario Luigi Casero «con riferimento alla tracciabilità di armi e munizioni, di cui agli articoli 5, comma 1, lettere g) e m), e 6, comma 3, dello schema, relativamente all’utilizzazione del sistema informatico previsto, rappresenta, oltre a quanto già contenuto nella relazione tecnica allo schema di decreto, che è già in uso un programma applicativo, il sistema di cooperazione fra i cittadini e l’amministrazione della pubblica sicurezza, per la trattazione di tutti i procedimenti amministrativi inerenti le armi e gli esplosivi, la cui manutenzione è assicurata mediante l’utilizzo di fondi ordinari finalizzati al complessivo processo di informatizzazione del dipartimento della pubblica sicurezza».
Massimo Polledri della Lega Nord «osserva che la disposizione di cui all’articolo 13-bis della legge 110/75, in materia di immissione sul mercato delle armi provenienti da scorte governative, dovrebbe essere integrata con la previsione di due ulteriori categorie di armi da immettere in commercio. In particolare, ritiene che andrebbero incluse le armi storiche sequestrate, che potrebbero essere di interesse per collezionisti disposti a pagare anche cifre rilevanti per acquistarle e le armi storiche per le quali la medesima legge consentiva la trasmissione solo ai figli dei proprietari».
Giorgetti ha perciò formulato la seguente proposta: «La V commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione, preso atto che il suddetto schema potrà provvedersi con gli ordinari stanziamenti di bilancio e, quindi, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. VALUTA FAVOREVOLMENTE lo schema di decreto legislativo, con la seguente osservazione: valuti la commissione di merito l’opportunità di prevedere che le armi storiche e quelle oggetto di sequestro possano essere cedute ai soggetti muniti di apposita licenza che ne facciano richiesta in deroga alle disposizioni in materia».