Il derby delle corte
Per l’utente esperto e il tiratore smaliziato, la pistola semiautomatica e il revolver hanno campi di applicazione ben delineati. In definitiva, però, ogni “sistema” conserva peculiarità (e relativi vantaggi e svantaggi) che possono generare nel neofita amletici dubbi al momento dell’acquisto. In questa sede analizzeremo brevemente e nel modo più semplice possibile le due tipologie, con esplicito riferimento a diverse categorie di armi corte: difesa, tiro agonisti…
Per l’utente esperto e il tiratore smaliziato, la pistola semiautomatica e il
revolver hanno campi di applicazione ben delineati. In definitiva, però, ogni
“sistema” conserva peculiarità (e relativi vantaggi e svantaggi) che possono
generare nel neofita amletici dubbi al momento dell’acquisto. In questa sede
analizzeremo brevemente e nel modo più semplice possibile le due tipologie, con
esplicito riferimento a diverse categorie di armi corte: difesa, tiro
agonistico e amatoriale. La pistola semiautomatica sfrutta l’espansione dei gas
di sparo per provocare l’arretramento del carrello, che così estrae il bossolo,
lo espelle e (salvo alcune eccezioni, costituite dalle pistole con scatto il
sola Doppia azione o semi-Doppia azione, come le Glock) arma il cane (o il
percussore, se di tipo lanciato). La susseguente distensione della molla (o
delle molle) di recupero determina il ritorno in batteria del carrello, che
preleva una nuova cartuccia dal caricatore e la camera. Il revolver dispone di
un “castello” o “telaio”, all’interno del quale il tamburo, ruotando sotto
l’azione del meccanismo di scatto, allinea di volta in volta le camere di
scoppio con la canna per lo sparo del colpo successivo. Da quanto esposto
emerge che la pistola semiautomatica funziona in Singola azione. Per lo sparo,
cioé, trovandosi il cane armato, è richiesta una trazione sul grilletto
relativamente corta e leggera. Ma la pressione sul grilletto può determinare lo
sparo anche a cane disarmato, nel caso delle pistole con scatto ad Azione
mista, che sono le più diffuse per la difesa personale.
Le pistole con scatto il sola Doppia azione (Dao per dirla con gli americani,
ovvero Double action only), invece, non hanno riscosso unanimi consensi a causa
della costante pesantezza dello scatto, che condiziona negativamente il tiro in
mancanza di allenamento appropriato e per una certa ritrosia del “popolo
italiano” ad accettare incondizionatamente qualsiasi novità provenga dalle
sponde degli States.
Il revolver moderno può sparare in Doppia azione o in Singola azione, previo
armamento del cane. L’eccezione è costituita dai Single action, in voga negli
Usa per impieghi particolari (caccia con la pistola, tiro alle sagome
metalliche, competizioni con armi western…). D’altra parte si assiste alla
commercializzazione di compatti revolver destinati alla difesa personale con
scatto in sola Doppia azione (per esempio Smith & Wesson Centennial, già
proposto in .38 special e ora anche in 9 mm para e .357 magnum).
I vantaggi del revolver…
Alcune caratteristiche del revolver lo fanno preferire, per la difesa
personale, da parte di coloro i quali ne apprezzano la semplicità di maneggio e
l’immediatezza di utilizzo. L’affidabilità è veramente eccellente (il revolver
è per antonomasia l’arma che “non si inceppa mai”), poiché soltanto una
cartuccia senza la dose di polvere (o, ovviamente, la rottura di un pezzo)
potrebbe bloccarlo: in tal caso la palla, spinta dalla detonazione del solo
innesco, si può piantare tra il cono di forzamento e il tamburo, impedendo la
rotazione di quest’ultimo. Qualora non si verifichi l’accensione di un colpo,
si può invece sparare rapidamente la cartuccia successiva con una semplice
pressione sul grilletto. La sicurezza nel porto e nel maneggio è data dalla
onnipresente “sicura automatica al percussore” (hammer block o transfer bar),
che si blocca e permette la partenza del colpo soltanto tirando il grilletto.
Si noti, poi, che i revolver di produzione attuale dispongono del blocco del
sistema di scatto a tamburo in apertura. Viceversa, l’apertura di quest’ultimo
non può avvenire a cane armato. Su alcuni revolver (per esempio il Colt King
Cobra) è possibile armare il cane quando il tamburo è in apertura, ma non è
possibile richiudere l’arma se il cane non è prima riportato in posizione di
riposo. L’immediatezza e la facilità di utilizzo sono dovute allo scatto il
Doppia azione e alla mancanza di sicure manuali. Le caratteristiche della
Doppia azione (lunghezza e peso) e la presenza del blocco automatico al
percussore, rendono superflui ulteriori sistemi di sicurezza. La versatilità
del revolver è innegabile. Essendo il funzionamento svincolato dal grado di
caricamento della munizione e non sussistendo limiti alla forma del proiettile
per la cameratura della cartuccia (così non può essere per le semiautomatiche),
per esempio con un .357 magnum si potranno impiegare tanto cartucce a carica
ridotta (da tiro), quanto a piena carica, con proiettili dal vario profilo (Wad
cutter, Semi wad cutter, Round nose, Semi jacketed soft point, Hollow point,
eccetera). Per il calibro in discorso la possibilità di camerare l’intera gamma
dei munizionamenti .38 special amplia ulteriormente il raggio d’impiego.
…e quelli della pistola
La continua evoluzione ha aumentato notevolmente l’affidabilità delle pistole
semiautomatiche, mentre la messa a punto di calibri ottimizzati per la difesa
personale ha permesso di ridurre o addirittura colmare (.357 Sig) il divario
prestazionale esistente co i revolver Magnum. Al momento, la semiautomatica
offre spiccate doti di: affidabilità, anche se il ciclo di funzionamento
risente in certa misura di variabili (sporcizia, residui consistenti dello
sparo, livello di caricamento della cartuccia, forma del proiettile…), la cui
incidenza non può essere eliminata completamente; sicurezza nel maneggio e nel
porto, grazie al blocco automatico al percussore, ormai di rigore anche sulle
pistole adatte alla difesa personale. Inoltre, quando lo scatto è ad Azione
mista, la maggior parte delle semiautomatiche dispone di leva di disarmo.
Camerata la prima cartuccia, si potrà abbattere il cane in tutta sicurezza,
evitando pericolose “acrobazie” prima di riporre l’arma in fondina.
L’immediatezza di utilizzo è data dalla presenza della Doppia azione,
denominatore comune delle semiautomatiche di moderna concezione, le quali
offrono comunque, il vantaggio, rispetto al revolver, di tirare in Singola
azione dal secondo colpo in poi. Nulla perdono, in quanto a velocità di
impiego, alcune semiautomatiche dotate di caratteristiche particolari. La
Heckler & Koch P7K3, per esempio, spara soltanto in Singola azione, ma il
percussore è armato dalla trazione della mano forte sulla leva fulcrata alla
base dell’impugnatura. Le già citate Glock, invece, sono fornite di percussore
lanciato che, però, per ovvi motivi di sicurezza, è armato completamente solo
al momento del tiro (lo scatto, generalmente definito Semi-Doppia azione, è
denominato dalla Casa Safe-action).
Gli svantaggi
Il volume di fuoco del revolver è relativamente ridotto, la velocità di
caricamento e ricaricamento è bassa anche impiegando gli speed loader e lo
spessore massimo (dato dal tamburo) rende l’arma scomoda per il porto occulto
prolungato. Non essendo il maneggio istintivo quanto per il revolver, con la
pistola semiautomatica si devono rispettare in modo ancora più ferreo le norme
di sicurezza. Per esempio, bisognerà privarla del caricatore e tenerla con il
carrello in apertura quando la si mostra agli amici o quando, al poligono,
terminata la serie, la si appoggia per verificare con il binocolo l’esito del
tiro. Va da sé che, dovendo portare l’arma carica e pronta al fuoco, è vitale
conoscerne alla perfezione i sistemi di sicura e di scatto, nonché le corrette
procedure di maneggio. Per la difesa personale, l’affermazione della pistola
semiautomatica è netta. Penalizzato dal ridotto volume di fuoco, dalla
difficoltà di sparare rapidamente in Doppia azione e dallo spessore rilevante,
il revolver costituisce un’ottima scelta volendo ripiegare su uno snub nose
(revolver a canna corta, da due pollici) particolarmente compatto: il già
citato Centennial, più o meno sovrapponibile per ingombro a una semiautomatica
in 9 corto, è però camerato in .357 magnum, cartuccia che eroga prestazioni
ancora soddisfacenti quando sparata in canne corte. Per gli agonisti la scelta
è obbligata. Nel Tiro accademico (specialità di Pistola standard, Pistola
automatica e Pistola grosso calibro) la semiautomatica è regina incontrastata.
Persino nella Pgc, per la quale sarebbe lecito impiegare un revolver (si ha
tutto il tempo di armare il cane, sia nella serie di “mirato” sia nel 7/3,
30+30 colpi), le armi a rotazione sono oggi sistematicamente ignorate. In
poligono, l’appassionato delle armi di grosso calibro e il tiratore senza
velleità agonistiche potranno impiegare vantaggiosamente revolver sportivi (con
canna di 6 pollici o giù di lì). Fattori quali il bilanciamento appruato, le
mire regolabili e ben dimensionate, la Singola azione a un solo tempo, corta e
leggera, l’elevata precisione intrinseca sia dell’arma sia della cartuccia,
permettono il conseguimento di risultati di rilievo in termini di precisione.
L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di aprile
1998.