La spedizione azzurra a Tokio, nonostante i pronostici favorevoli, non è riuscita a conquistare il bottino di medaglie nelle discipline del tiro cui eravamo abituati. Solamente una medaglia dallo Skeet femminile, con Diana Bacosi sul secondo gradino del podio alle spalle della statunitense Amber English. Niente finale per gli altri tiratori, ad esclusione di Silvana Stanco, che ha chiuso al quinto posto nel Trap femminile, e Tammaro Cassandro, sesto nello Skeet maschile.
Nonostante questo, tuttavia, il medagliere della specialità è stato caratterizzato da una nota tricolore, grazie alle armi e alle munizioni prodotte da aziende italiane. Ben 16 delle 18 medaglie in palio sono state conquistate utilizzando fucili italiani (9 per Beretta e 7 per Perazzi), mentre 11 dei 18 atleti sul podio hanno utilizzato cartucce made in Italy (Fiocchi, Rc e Clever, con quest’ultima che ha conquistato l’intero podio del Trap maschile).
«Ciò che mi rende più orgoglioso è sapere che ancora una volta il made in Italy armiero rappresenta il più alto standard di eccellenza e precisione e viene riconosciuto e scelto per questo in tutto il mondo», ha dichiarato Giovanni Ghini, presidente di Anpam. «È per me motivo d’orgoglio sapere che la quasi totalità delle armi e munizioni sportive utilizzate alle Olimpiadi di Tokyo vengono prodotte in Italia, soprattutto dopo l’anno difficile vissuto da tutto il comparto. Questi risultati sono un segnale di come il nostro settore, dalle armi alle munizioni sportive, abbia saputo reagire alle difficoltà e affrontarle a testa alta».