Il ministero risolve la “querelle” sul catalogo nazionale on-line

Sul sito della polizia di Stato si fornisce risposta sul misterioso cambio di denominazione di molte armi presenti sul Catalogo nazionale on-line, presente sullo stesso sito. In sostanza, molte armi che sul sito apparivano come “da caccia” si sono improvvisamente trasformate in “comuni” e molti questori, basandosi su questa indicazione, hanno ritenuto di far denunciare ad appassionati e collezionisti alcune carabine nell’elenco delle “comuni” anziché “da cacci… Sul sito della polizia di Stato si fornisce risposta sul misterioso cambio di denominazione di molte armi presenti sul Catalogo nazionale on-line, presente sullo stesso sito. In sostanza, molte armi che sul sito apparivano come “da caccia” si sono improvvisamente trasformate in “comuni” e molti questori, basandosi su questa indicazione, hanno ritenuto di far denunciare ad appassionati e collezionisti alcune carabine nell’elenco delle “comuni” anziché “da caccia”. Nelle faq (frequently asked question) del sito della polizia di Stato, si chiarisce che “L’ufficio del Catalogo, avvalendosi del parere espresso dalla Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi, ha il solo dovere di stabilire se un’arma può essere definita come comune e, quindi, come tale inserita nell’apposito Catalogo, oppure rientra tra quelle da guerra o tipo guerra, per le quali l’iscrizione viene, ovviamente, rifiutata. Compito del predetto Ufficio è, altresì, quello di attribuire ad un’arma, a seguito di apposita istanza del fabbricante o dell’importatore, laddove il parere espresso dal CONI sia favorevole, la qualifica di “arma sportiva”, ai sensi della legge 25.3.1985, nr. 86. Tale qualifica figura anche al Catalogo. Non compete, invece, al Ministero dell’Interno indicare se un’arma rientra o no tra quelle consentite per l’esercizio dell’attività venatoria, perché esiste un’ apposita norma deputata a farlo, l’art. 13 della legge 157/92. Pertanto, un’ arma che viene oggi catalogata comune, tale è destinata a rimanere, mentre non è detto che essa sia sempre da caccia, perché il testo della citata norma potrebbe anche subire delle modifiche. Ecco perché l’Ufficio Catalogo non indica, in sede di iscrizione del modello dell’arma al Catalogo Nazionale, se essa rientra tra quelle destinate all’attività venatoria”. La risposta fornita è del tutto in linea con quanto avevamo sempre sostenuto, fermo restando il fatto che il catalogo nazionale on-line è uno strumento utilissimo di consultazione, ma l’unico strumento con valore legale per la verifica delle caratteristiche delle armi catalogate è la Gazzetta ufficiale.