Il Tribunale amministrativo campano ha sospeso in via cautelare l’efficacia della delibera che consentiva di praticare la caccia al cinghiale fino al 31 gennaio
Le speranze dei cacciatori campani di poter recuperare le giornate di caccia al cinghiale perse a causa dell’emergenza coronavirus sono state stroncate praticamente sul nascere. Due giorni dopo l’approvazione della delibera che avrebbe consentito la proroga della stagione della braccata al cinghiale fino al 31 gennaio, infatti, il Tar della Campania ne ha sospeso l’efficacia in via cautelare. Il ricorso, neanche a dirlo, è stato avanzato dalle ben note sigle animaliste, in questo caso dal Wwf, che non sono certo nuove a queste modalità. Ben consapevoli del fatto che il tribunale non avrebbe potuto esprimersi in tempo sul merito del ricorso, hanno per l’ennesima volta sfruttato la richiesta della sospensione cautelare, bloccando la caccia almeno fino al giorno della trattazione collegiale, che, in questo caso, sarebbe fissata per il 26 gennaio. Qualora il contenuto della delibera dovesse risultare legittimo, come peraltro già confermato in precedenza dal parere positivo di Ispra, i cacciatori otterrebbero una ben magra consolazione, recuperando, nella migliore delle ipotesi, un paio di giornate di caccia.