Maria Elisabetta Alberti Casellati incaricata da Mattarella di verificare una convergenza per il nuovo governo. Un politico che, in materia di armi, ha dimostrato di non avere preconcetti
La presidente del senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, è la destinataria di un mandato esplorativo “mirato” da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al fine di sondare le effettive intenzioni di M5S, Forza Italia, Lega e Fdi per la costituzione di un governo. Anche se in questa fase è perlomeno prematuro ipotizzare che la nota avvocato, già membro del consiglio superiore della magistratura, possa assurgere al ruolo di presidente del consiglio (anzi, stamattina già c'è chi afferma che l'incarico sia già fallito a causa dei veti incrociati Fi-M5S), è opportuno ricordare (per quanto più direttamente ci preme) che la Casellati ha dimostrato di non avere particolari chiusure mentali nei confronti del mondo armiero, risultando tra l’altro co-firmataria nel 2013, insieme ai colleghi senatori Anna Cinzia Bonfrisco, Andrea Olivero e Lucio Malan, di un emendamento volto a estendere la facoltà di certificazione per il maneggio armi anche ai campi di tiro privati.
Considerando anche la figura che l’ha preceduta alla presidenza dell’altro ramo del parlamento, è anche giusto ricordare che una delle prime dichiarazioni che l’hanno contraddistinta come presidente del Senato è stata, commendando il “come” fosse giusto definirla, “Mi faccio chiamare "il presidente". Non c'è bisogno di un articolo femminile per richiamare la parità. La parità è sostanza, non forma. Richiami ad articoli femminili o sostantivi cacofonici evocano battaglie veterofemministe ormai superate dai tempi”.