Riprende vigore il tam-tam sul sovraffollamento delle carceri italiane: secondo le stime, ogni mese sarebbero ben mille i nuovi detentori ospitati nelle patrie galere, quindi si stima che tra un anno e mezzo torneranno a essere tanti quanti erano prima dell’indulto: 63 mila, contro una capienza nominale di 43 mila posti. Con l’ampliamento e la ristrutturazione di strutture esistenti, sono stati recuperati 3.300 posti e altri 4 mila dovrebbero rendersi disponibili ne…
Riprende vigore il tam-tam sul sovraffollamento delle carceri italiane: secondo
le stime, ogni mese sarebbero ben mille i nuovi detentori ospitati nelle patrie
galere, quindi si stima che tra un anno e mezzo torneranno a essere tanti
quanti erano prima dell’indulto: 63 mila, contro una capienza nominale di 43
mila posti. Con l’ampliamento e la ristrutturazione di strutture esistenti,
sono stati recuperati 3.300 posti e altri 4 mila dovrebbero rendersi
disponibili nel triennio 2007-2009. Il problema, però, rimane e, allora, ecco
la soluzione prospettata dal ministero di Giustizia: utilizzare gli agenti
penitenziari anche per sorvegliare i detenuti che ottengono i benefici della
legge Gozzini (semilibertà eccetera), e farne uscire dalle celle il più
possibile. Sulla carta i numeri ci sarebbero: in Italia gli agenti di polizia
penitenziaria sono circa 45 mila, quindi il rapporto è di un “secondino” per
ogni detenuto (la media europea è di 1 a 3). L’altolà arriva, però, dalle
rappresentanze sindacali di categoria, che eccepiscono la scarsità di personale
per queste funzioni specifiche: «La proposta», spiega Leo Beneduci, segretario
generale dell’Osapp, «è legittima, il nostro corpo ha la competenza e la
professionalità per svolgere questo compito. Ma il ministero vuol farlo senza
prevedere alcun incremento d’organico e senza garantire la copertura
finanziaria. Insomma, come sempre si mette il carro davanti ai buoi». Dello
stesso avviso Donato Capece, segretario generale del Sappe: «Così come siamo,
non ci bastano gli uomini per garantire la sicurezza all’interno delle carceri
che tornano rapidamente a riempirsi. Saremmo lieti di creare i nuclei di
verifica sul territorio affidati alla polizia penitenziaria, ma è tempo di
aumentare il personale».