L’Associazione cacciatori lombardi si è preoccupata di fare i conti in tasca all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale), ottenendo risultati a dir poco sconcertanti.
“È stato analizzato il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2013 e il preventivo finanziario decisionale", si legge nel comunicato. “Ne è emersa una situazione che evidenzia entrate (ricavi) per oltre 127 milioni di euro, in gran parte contributi statali. Solo 6 dei 127 milioni sono rappresentati da entrate sotto forma di consulenza, pubblicazioni, introiti per la ricerca da università, eccetera. Passando alle spese, ci limitiamo alle più “importanti” e quelle emergenti dal conto economico trascurando l’aspetto finanziario, anche perché a parte qualche riga nelle premesse non è dato sapere esattamente quali spese vengano sostenute. Quindi in estrema sintesi si rilevano: compensi per Amministratori oltre 300 mila euro; Compensi per i dipendenti circa 73 milioni che sono oltre 1400 unità ( 45 dirigenti); Affitti e leasing 8 milioni di euro; Spese per servizi oltre 20 milioni di euro. Non ci è dato infatti di sapere cosa comprenda questa voce di spesa, ma l’esperienza ci dice che esse siano ravvisabili nelle prestazioni non tangibili, nel senso che non dovrebbero essere acquisto di beni, ma piuttosto acquisti di servizi quali per esempio, consulenze, prestazioni professionali e compensi a chi non è dipendente. Da sottolineare per ultimo che l’esercizio economico si chiude con un disavanzo di oltre 7 milioni di euro. I numeri parlano chiaro, anche se il bilancio Ispra non è stato di facile lettura. Se dovessimo poi paragonarlo, per quanto ci riguarda, ai servizi erogati e come vengono erogati, il giudizio sarebbe assolutamente deficitario. A questo punto è necessario porre all’attenzione del governo la questione Ispra ed è quanto farà la nostra associazione senza alcun indugio”.