L'edizione on-line del settimanale l'Espresso ha dedicato un lungo articolo alla legislazione europea in materia di armi, con particolare riferimento alle recenti minacce terroristiche. Le posizioni anti-armi della linea editoriale de l'Espresso sono note da anni, ma l'articolo in questione bisogna ammettere che ricostruisce con una certa precisione il fatto che una delle "risorse" utilizzate dai terroristi nei recenti attentati sono le armi da fuoco trasformate per sparare munizioni a salve, cioé quelle che in Italia vengono definite tecnicamente armi per uso scenico. Tali armi, che in Italia sono sottoposte in pratica alla stessa disciplina delle armi da fuoco funzionanti, in altri Paesi europei sono invece vendute di libera vendita e, in effetti, possono essere artigianalmente trasformate in modo da sparare nuovamente munizioni a palla.
Ciò che l'Espresso non dice, e che invece è molto importante ribadire, è che basterebbe un adeguamento veramente minimo alla normativa europea per togliere di mezzo questo potenziale rischio per l'incolumità dei cittadini dell'Unione, prendendo a esempio quanto già esiste in Italia. Continua a non comprendersi perché, invece di concentrarsi su queste cose utili, si continui invece a condurre una crociata contro le armi cosiddette "B7" legittimamente detenute dai cittadini europei.
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