Pubblicato da Bompiani, è in distribuzione il libro di Enrico Finzi La vita è piena di trucchi, un volume che narra l’Italia dal secondo dopoguerra ai primi anni Settanta nei ricordi di un bambino e poi di un ragazzo. Il racconto ribadisce la poliedricità di uno studioso tra i più versatili e controcorrente del momento, legato da un rapporto di collaborazione e ricerca con il Cncn (Comitato nazionale caccia e natura) che va indietro negli ultimi cinque anni. Enrico Finzi, infatti, da responsabile di Astra ricerche, è stato a capo delle ricerche demoscopiche svolte sul rapporto che gli italiani hanno con la caccia. Un approfondimento necessario, che ha svelato molti falsi miti sull’attività venatoria grazie alla lungimiranza di un sociologo che ama indagare senza farsi fermare dalle apparenze né tantomeno dalle ipocrisie. L’amore per gli animali e l’ambiente non gli ha impedito, quindi, di studiare il fenomeno della caccia, soprattutto nel suo contesto naturale che è la ruralità a tutto tondo. Dall’acume dello studioso è emersa la necessità di indagare, nella seconda ricerca, il rapporto tra attività venatoria e cittadini con un focus particolare nei piccoli comuni, lì dove la vita all’aria aperta è ben altra cosa rispetto alla corsa al parco del cittadino medio. E ancora una volta il risultato ottenuto è stato illuminante, con una maggiore conoscenza e, quindi, anche rispetto, per l’attività venatoria proprio dove la ruralità è vissuta in modo quotidiano.
Sarà interessante conoscere la “galleria di piccoli personaggi memorabili, raccontati con affettuosa ironia, sullo sfondo di un Paese ricco di conflitti e speranze” che animano il libro di Finzi, composto da una microstoria che vuole “restituire il sapore di un’epoca tra aneddoti esilaranti e ombre delle cupe tragedie del Novecento, con un’idea centrale: la vita è una rappresentazione teatrale imbevuta di trucchi, di maschere e di artifizi, d’imbrogli e di magie. Rapporti familiari, amori, sesso, valori, religione, impegno civile, studi, lavoro: ovunque si scoprono i marchingegni dell’esistenza, a volte sporchi, a volte salutari”.
Info: www.enricofinzi.it.