Il Custom shop dell’azienda statunitense e i consigli di uno dei monumenti mondiali del tiro pratico: il risultato è una pistola soltanto all’apparenza uguale a tante altre, ma diversa in dettagli che fanno la differenza. Assemblata a mano, tolleranze strettissime, grilletto e cane disegnati dallo stesso Doug Koenig
Doug Koenig è un fuoriclasse statunitense del tiro action, vero e proprio pioniere di quello che in Italia si è imposto come Tiro dinamico sportivo, capace di dominare anche in tante altre varianti, molto americane, a partire dalla Bianchi cup, specialità nella quale detiene record di vittorie che difficilmente potranno essere eguagliati. Ma Koenig non è stato e non è tutt’oggi soltanto un fuoriclasse del tiro action, ma anche un innovatore: basti pensare che nel Campionato del mondo di pistola Ipsc del 1990 è stato il primo tiratore nella storia ad aggiudicarsi il titolo mondiale utilizzando sulla sua pistola un red dot al posto dei classici tacca e mirino, diventando, di fatto, uno dei punti di riferimento della division che sarebbe in seguito diventata la Formula 1 del tiro Ipsc: la Open. Koenig ha messo a disposizione della Ruger e del suo Custom shop la sua esperienza e la sua creatività per preparare una 1911 che fosse diversa dalle tante Goverment disponibili sul mercato: un giusto mix di industrializzazione, lavoro manuale e novità tecniche e meccaniche. Il risultato si chiama Ruger Sr1911 Doug Koenig, una pistola esteticamente curata e accattivante, ma pensata e costruita per esaltarsi sui campi di gara. Dall’importatore Bignami l’abbiamo provata nel calibro classico, il .45 acp, ma è già disponibile anche la versione gemella camerata per il “nove italiano”, cioè il 9×21.
La Ruger Sr1911 Koenig non poteva certamente discostarsi dell’impianto meccanico classico che ha fatto della 1911 una pistola iconica, immortale, che ha puntato sull’affidabilità come uno dei cardini per tanta longevità. Una pistola capace di superare senza apparente affanno la fase in cui si sono imposte le semiautomatiche, per difesa, ma anche per il tiro, con scatto ad Azione mista (cioè provviste anche della Doppia azione), reagire all’irresistibile ascesa delle semiautomatiche con fusto polimerico e all’avvento delle moderne striker.
Così, questa declinazione sportiva della celebre pistola mantiene la classica organizzazione meccanica e della Government ha anche l’altrettanto classica canna lunga 5 pollici (127 mm) nel tradizionale disegno con volata cilindrica e non conica, come sempre più spesso capita nella moderna produzione di cloni 1911. La Sr1911, infatti, ricorre al classico bushing per garantire l’allineamento canna-carrello in fase di chiusura e l’accoppiamento canna-bushing è privo di giochi e molto curato, caratteristica, quello della cura dei dettagli, che è poi il marchio di fabbrica del lavoro degli armaioli del Custom shop Ruger.
Cura che, ovviamente, ha riguardato anche la componente estetica della pistola: fusto e carrello sono costruiti in acciaio inox, ma l’effetto cromatico ottenuto con le rispettive finiture a me è piaciuto parecchio. Il fusto è nitrurato nero e contrasta con il carrello bicolore, lucidato a mano, con dettagli loro stessi nitrurati nero, come il logo del Ruger Custom shop su entrambi i lati della parte posteriore del carrello. Le superfici lisce e lucide dei fianchi del carrello lasciano spazio al cognome del tiratore, con il quale si vuole marcare con evidenza il modello. Sulla parte superiore, per tutta la sua lunghezza, se si esclude il breve tratto di interruzione, dovuto alla presenza della finestra di espulsione, il carrello è solcato da sottili intagli verticali che rendono anti riflesso la superficie. Anche in questo caso, si nota la cura realizzativa tipica del lavoro manuale, riservata anche all’assemblaggio fusto-carrello, che ha generato tolleranze molto strette, ma anche una fluidità nella corsa del carrello che si ritrova soltanto su pistole custom.
Ma al di là degli interventi che hanno il comunque non trascurabile impatto estetico, la principale caratteristica di questa versione della Sr1911 riguarda due dettagli sui quali è chiara la firma di Doug Koenig: il cane e il grilletto, entrambi Koenig shooting sports. Il cane è stato così disegnato dal tiratore già alcuni anni fa: ai fori (due) laterali di alleggerimento si unisce anche la fresatura della parte centrale del corpo del cane stesso, che così risulta molto alleggerito. Piuttosto inedito anche il disegno del grilletto, perfettamente dritto nella parte anteriore sulla quale appoggia l’indice e con una fresatura nella parte interna che va a formare una “K” stilizzata, richiamo piuttosto evidente con il cognome del tiratore.
Ma il grilletto non è un vezzo estetico, perché abbinato a uno scatto match, del quale sempre lo stesso Koenig ha messo a punto un sear (dente di aggancio del cane) da competizione, oltre a tutte le altre componenti. Il risultato è una Singola azione, pulita e decisa.
L’ho già scritto, ma è una delle caratteristiche salienti di questa pistola. La conferma anche nelle lavorazioni su carrello e fusto. Sul front-strap e sulla porzione inferiore del back-strap, quella sotto alla sicura dorsale, la zigrinatura è una 25 linee per pollice, ottima per migliorare la presa della mano forte, ma rifinita con una lavorazione curata per nulla punitiva sulla mano. Nella porzione di giunzione tra ponticello e impugnatura è stato ricavato uno svaso che consente una presa più alta e più confortevole, utile a controllare l’impennamento della volata nelle successioni di tiro rapido. Anche la classica sicura dorsale è stata sottoposta a sfinamento sui lati e la sua attivazione non va in alcun modo a influire sulla corretta impugnatura. L’elsa, poi, è ben pronunciata e anche in questo caso è effettivo il beneficio per un posizionamento più alto del dorso della mano.
Oltre alla dorsale, la Sr1911 Koenig è dotata di sicura a leva sul fusto, ambidestra e con solchi che agevolano il disinserimento spingendo verso il basso. Lo sgancio caricatore, poi, non è maggiorato come in molte realizzazioni destinate al tiro action, ma di tipo extended, che fuoriesce in giusta misura dalla sagoma dell’impugnatura per un rapido azionamento con il pollice.
Caratteristici anche gli intagli di presa sul carrello che richiamano al disegno già visto sul grilletto: quelli sulla parte anteriore sono due in meno rispetto a quelli della parte posteriore, ma sono soprattutto più brevi per assecondare la linea del carrello. Anche in questo caso si apprezzano gli effetti della finitura manuale delle superfici che hanno creato spigoli arrotondati, ma comunque in grado di assicurare un’eccellente presa, soprattutto nella parte posteriore del carrello.
Per quanto riguarda gli organi di mira, Koenig ha optato per una tacca tipo Novak, regolabile in altezza e derivazione, e con “scudo” solcato da intagli orizzontali anti riflesso. Il mirino, invece, come la tacca inserito a coda di rondine, ha l’inserto in fibra ottica: nella dotazione di serie, contenuta nella bella e robusta valigetta di trasporto, sono contemplate anche due stecche di fibra ottica, una rossa e una verde, per sostituire quella originale.
Prima di iniziare la prova a fuoco nel balipedio dell’importatore Ruger, la Bignami di Ora (Bz), una è la differenza che è balzata agli occhi guardando l’esemplare protagonista della nostra prova, camerato per il .45 acp e paragonandolo con la versione in 9×21, e una è la riflessione condivisa con Matteo Pellegris, dell’ufficio commerciale Bignami, Il quale oltre a essere un noto e apprezzato tiratore sui campi delle gare Ipsc e anche une di tiratori italiani che in passato più si è dedicato a gare di Steel challenge e Bianchi cup.
Il confronto tra le due pistole in calibri doversi ha evidenziato la presenza sulla 9×21 della minigonna maggiorata in alluminio, prodotta dalla statunitense Techwell e assente sulla .45 acp, che rende ancora più rapido il cambio caricatore; e delle guancette Hogue Piranha G10, al posto di quelle sempre in G10, ma con texture del Custom shop Ruger.
Interessante, poi, capire la scelta di adottare uno dei classici della meccanica 1911: il bushing, cioè la boccola che agevola il centraggio della canna, mentre il carrello va in chiusura. Molti tiratori prediligono questa soluzione tecnica alla canna conica, perché quest’ultima con il maggior peso concentrato negli ultimi centimetri della parte anteriore rendono il ciclo funzionale più lento, sia in fase di arretramento del carrello, quando la canna deve abbassarsi nella parte posteriore, sia in fase di chiusura, quando la canna deve riallinearsi.
Credo si debba essere in possesso di grandissima sensibilità per apprezzare a pieno questa differenza, ma resta il fatto che se un tiratore del livello di Doug Koenig ha optato per questa soluzione un motivo dovrà esserci.
Ho avuto la possibilità di sparare alcune decine di munizioni per prendere un po’ confidenza con la pistola, ma il comfort garantito dalle guancette e dalla posizione alta della mano è stato immediato. La canna della Sr1911 Koenig è una match grade, con rampa sul fusto lucidata per garantire al massimo la fase di alimentazione. Nel corso della prova ho utilizzato esclusivamente munizioni commerciali con palla ogivale, di 230 e 200 grani, la configurazione meglio digeribile per una 1911. In effetti, anche in rapide sequenze, non si è verificato la minima incertezza, né in fase di espulsione del bossolo né di alimentazione, anche con caricatore riempito con tutte le 8 munizioni della massima capacità.
Purtroppo, la non perfetta visibilità all’interno del tunnel ha creato qualche problema nell’acquisizione degli organi di mira, progettati per il tiro nei campi di tiro all’aperto e privi di riferimenti per il tiro in condizioni di luce scarsa. Nonostante questo, le rosate ottenute a 15 metri, in tiro mirato e con impugnatura a due mani sono state molto buone. E veramente piacevoli sono state le sensazioni allo sparo: l’impugnatura “slim” classica della Government è stata molto ben compensata con le guancette, così come ho apprezzato l’incavo a coda di castoro ricavato tra ponticello e impugnatura, che abbinato alla sagomatura della sicura dorsale aiuta effettivamente a gestire meglio il rilevamento della volata.
La Sr1911 Koenig abbina due caratteristiche che non sempre è possibile ritrovare nella stessa arma: cura dei dettagli ed estetica accattivante insieme a soluzioni tecniche che ne fanno una pistola da utilizzare e non da guardare nell’armadio blindato.
La prova completa su Armi e Tiro di maggio 2020
Produttore: Sturm, Ruger & company, Southport, Connecticut (Stati Uniti), ruger.com
Distributore: Bignami spa, via Lahn 1, Ora (Bz), tel. O471.80.30.00, bignami.it, info@bignami.it
Modello: Custom shop Sr1911 (codice prodotto Bignami 331233)
Calibro: .45 acp (disponibile anche calibro 9×21)
Destinazione d’uso: Tiro dinamico sportivo, tiro action, Tiro a segno, collezionismo
Canna: lunga 5″ (127 mm) con boccola, passo di rigatura di 1:16” e andamento destrorso
Lunghezza totale: 220 mm
Altezza: 143 mm
Peso dichiarato: 1.134 grammi
Scatto: Singola azione, con grilletto dritto Koenig e cane esterno Koenig alleggerito
Sicure: a leva ambidestra sul fusto, sicura dorsale
Caricatore: capacità di 8 colpi
Organi di mira: tacca di mira regolabile, mirino con fibra ottica inserito a coda di rondine
Materiali: carrello e fusto in acciaio inox
Finiture: carrello nitrurato nero dual tone, fusto nitrurato nero
Classificazione: arma sportiva (codice 12_01574S1C la calibro .45 acp; codice 12_01572S1C la calibro 9×21)
Prezzo: 2.619 euro, Iva inclusa (2.849 la versione calibro 9×21)